Il Pd d'Abruzzo punta su Di Sabatino


Poi qualcuno deve aver fatto notare al pensatoio Pd che non basta aggiungere soldati, soprattutto se portano i nomi dei segretari


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
28/08/2018 alle ore 10:00

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Ci hanno pensato tutta l’estate. Sono partiti dal triumvirato e poi sono passati al quadrunvirato e via via fino a immaginare una corte di sei assistenti per sorreggere la figura ormai in caduta libera del segretario regionale Marco Rapino. 

Poi qualcuno deve aver fatto notare al pensatoio Pd che non basta aggiungere soldati, soprattutto se portano i nomi dei segretari provinciali del partito o ex segretari come Andrea Catena e Chiara Zappalorto per dare l’idea di un partito che voglia cambiare marcia in vista delle prossime elezioni regionali, e così adesso, visto che il tempo stringe e le elezioni forse si terranno davvero entro l’anno, forse alla vigilia di Natale, è partita la caccia al volto nuovo.

Sarà indicato Renzo Di Sabatino, il presidente della Provincia di Teramo, ammesso che se la senta, come nuovo segretario del Pd Abruzzo: è questo il nome che circola nelle ultime ore, e la sua nomina non scaturirà da un congresso ma da una semplice assemblea, certo com’è il Pd che le dimissioni di Rapino saranno servite su un piatto d’argento, sempre per il bene, o presunto bene, del partito. Se farà il segretario, non potrà però candidarsi alla Regione, è questo il paletto che mette il pensatoio Pd.

Certo, non basterà un segretario nuovo a fare nuovo il Pd, ma un passetto in avanti è. Poi, per la ricerca del candidato presidente, bisognerà aspettare ancora un po’: tutti confidano in Giovanni Legnini, anche se sarà davvero difficile che il vice presidente del Csm voglia immolarsi per il partito e raccogliere la catastrofica eredità lasciata da Luciano D’Alfonso.

Lui, al momento, in attesa della scadenza del suo incarico, non si pronuncia: un silenzio che non sa di assenso ma di reale imbarazzo. In panchina, ad allenarsi c’è Silvio Paolucci, sul quale però già in parecchi hanno messo il veto: primi fra tutti quelli che potrebbero candidarsi alla Regione come l’ex parlamentare Toni Castricone, che si è molto impegnato nella difesa dell’ospedale di Popoli e che non saprebbe che campagna elettorale fare se si candidasse a presidente proprio l’assessore alla Sanità. Insomma, una bella gatta da pelare.

Sull’orizzonte del Pd c’è sempre Donato Di Matteo, l’ex assessore regionale uscito mesi fa dalla giunta, in evidente rotta di collisione con Luciano D’Alfonso: con la sua lista civica, costruita insieme a tantissimi amministratori e con l’ex assessore Andrea Gerosolimo, conta di raccogliere il 10 per cento e potrebbe fare da ago della bilancia alle prossime elezioni. Solo che non si sa se si sposterà a destra, come vorrebbe Gerosolimo, o a sinistra, come pare se si dovesse davvero candidare Legnini.

Certo è che la Regione è già in campagna elettorale: come dimostra la richiesta di accesso alle liste elettorali inviata ai Comuni della Provincia di Pescara da parte del sottosegretario Mario Mazzocca, con tanto di carta intestata dalla Regione. Questione di stile, e lo stile, per non dire altro, non c’è proprio.

 

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