Emergenza sicurezza a Pescara, la denuncia di Carola Profeta. Stupro in pieno giorno alla stazione da parte di un senegalese lo scorso sabato, quando una donna di 40 anni è stata violentata da un senegalese di 61 (con cittadinanza italiana).
“Al netto che ormai la situazione di abbandono e degrado in quella parte della città è sotto gli occhi di tutti, sono molteplici le testimonianze, per esempio di commesse, che lavorano in centro e che hanno paura di andare a prendere la macchina nel parcheggio, quando la sera, finiscono di lavorare” osserva Carola Profeta Presidente regionale Abruzzese dell' Associazione “Noi per la Famiglia”.
E sottolinea: “Auspico che il Questore, Il Prefetto e il Sindaco adottino immediatamente misure di netto contrasto per ripristinare una situazione di minima sicurezza e civiltà in quelle aeree. Sono ormai innumerevoli gli episodi di spaccio all’aria aperta, molestie, accattonaggio, risse, e in ultimo siamo arrivati alla violenza sessuale. Non c’è una percezione di insicurezza, c’è una vera e propria emergenza. Dobbiamo aspettarci che ci scappi il morto? Una violenza sessuale è una cosa seria, e non vorrei che si minimizzi l’accaduto solo perché chi ha compiuto un simile atto è stato un senegalese, seppur con cittadinanza italiana, tra l’altro recidivo al tipo di condotta criminosa. Come Presidente dell’Associazione Noi per la Famiglia vorremmo sapere se il senegalese sarà punito come la legge prevede o se dobbiamo aspettarci che tra qualche settimana esce fuori? Vorremmo sapere se possiamo ancora poter essere sicure di uscire di casa e non essere vittime di tali violenze? Vorremmo sapere se ci rendiamo conto che invece c’è un enorme allarme sociale e di degrado e sicurezza nella nostra città?"
E ancora: “Credo di poter parlare a nome di moltissime famiglie italiane che hanno figlie adolescenti che hanno tutto il diritto di vivere la loro giovinezza e libertà di poter uscire e godere della nostra città senza ogni volta temere che possa accadere qualcosa di brutto. Non è una percezione, è la realtà! Colgo l’occasione per esprimere la mia, la nostra, solidarietà al Ministro degli interni Matteo Salvini per l’incomprensibile attacco dei magistrati di Agrigento per i reati a lui ascritti, e soprattutto per la tempestività con cui l’hanno indagato.
Senza andare lontano, ricordando che per i 42 morti di Genova, dopo 11 giorni non c’è ancora nessun iscritto nel registro degli indagati, a distanza di 18 mesi, con la stessa solerzia, non si sono ancora concluse le indagini sulla tragedia di Rigopiano. Sono morte 29 persone e siamo ancora alle udienze rinviate per impegni istituzionali”.
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