Se l'investitura alle regionali viene dalla nuova opposizione...

Un paradosso, come molti ce ne sono qui in Abruzzo dove in tanti dicevano non accadesse nulla e invece poi si scopre che accade molto e, poco, viene scomposto e raccontato analiticamente.

In questa estate anomala per via del casus belli relativo alle elezioni anticipate, accade paradossalmente che mentre il centrodestra si interroga, si arrovella e si incarta sul nome del candidato governatore, sia proprio la nuova opposizione Pd a cerchiare in rosso il nome che forse potrebbe avere più chanches di altri.

E così su facebook ecco gli strali del presidente uscente della giunta regionale contro Fabrizio Di Stefano, definito “speziale della costa teatina rimasto senza candidatura e seggio, si improvvisa sui social vaticanista. È stato al Meeting di Rimini ma lo ha trovato deludente e a sinistra sulla scia bergogliana”.

E ancora: “Sì, deve essere stato un Meeting provocatorio per lui questo del 2018 e tutto questo deve averlo spinto a reagire provocatoriamente. Il risultato, però, dimostra solo l’insuccesso di una gita agostana a Rimini all’insegna dell’incomprensione. La prossima volta consigliamo una sosta più lunga sotto l’ombrellone”.

Un'uscita un pizzico anomala, visto e considerato che suona non annunciata ufficialmente. Se non dalla convinzione che, fermo restando il Pd dato stabilmente terzo, la corsa alle regionali potrebbe essere una cosa a due, tra M5S e centrodestra.

Dove appunto il radicamento al territorio sino ad oggi è stato il principale limite dell' amministrazione uscente, con interi pezzi d'Abruzzo (dalla Marsica alla Majella, dal chietino ai meandri aquilani) letteralmente dimenticati dalla politica che invece spende 400mila euro per un campetto di provincia a fronte di emergenze titaniche.

E allora il governatore-senatore se la prende con Fabrizio Di Stefano con la scusa del meeting di CL, mentre il centrodestra non decide sul nome.

E se l'investitura alle regionali venisse dalla nuova opposizione?

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