Cosa si mormora a Sulmona sul futuro di Casini


Se davvero qualche sulmonese è ancora innamorato di questa città (non della gente sia chiaro), ora può fare molto, mettersi dalla parte della sindaca dimissionario


di Maria Trozzi
Categoria: ABRUZZO
23/08/2018 alle ore 09:52

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C'è chi pensa di andare in Regione e chi già sgomita per una candidatura a livello locale in questa città in bianco e nero dove il sindaco dovrebbe ritirare le dimissioni. Chi glielo fa fare? A sentire lei non è cambiato niente e il 31 agosto la decisione, tanto sofferta di abbandonare la guida della città, sarà definitiva.

Eppure Annamaria Casini non si è fermata un momento questa settimana, ha spento sul nascere un altro tentativo di chiusura di uffici pubblici (Equitalia) in città, è stata all'estero a sue spese per un gemellaggio, sta chiudendo pratiche importanti e ha continuato a difendersi da attacchi gratuiti piovuti sui muri, attigui a via Mazara, e fulminati da certa stampa che scambia delle infamità per opinioni. 

E se un manifesto di Valeria Marini, mezza scollata, è la rivincita dei sessisti e degli ipocriti censori, una sindaca oltraggiata non muove nemmeno una penna delle tante femministe stanche e sgonfie di curve e di cervello. Ha continuato ad essere la prima cittadina senza risparmiarsi, Annamaria Casini.

Un asso nella manica? “Può essere” fa capire e il pensiero va all’intervento di una consigliera di minoranza poco entusiasta, l’avvocato Elisabetta Bianchi, del fatto che il sindaco vada a casa. Difficile che la maggioranza possa maturare la decisione di ricompattarsi, dimissioni confuse per polemiche, un po’ come chi non ha paura del terremoto perché non l’ha mai avvertito.

Se un sindaco abbandona la sua carica è tutta colpa sua? “Facciamo a metà” ammette Casini sottolineando che ci sono problemi incancreniti, non dipendono da lei, ma da chi è abituato male o non è abituato affatto e fa comunque di testa sua. Il problema? "I sindaci vanno e vengono a Sulmona, ma la macchina amministrativa è sempre quella". In breve per amministrare Sulmona ci vuole coraggio e salute perché la normalità è un commissariamento, una comunità divisa e infelice che esaspera ogni cosa. Se questa città non soffre davvero di amnesia però qualcosa di buono troverà in questi 2 anni di giunta Casini che aggiunge "non può essere tutto nero".

“Non si può lasciare una città senza sindaco e un sindaco senza la città”: Casini sa di essere rimasta politicamente sola, lo riconosce. I bambini prodigio della politica nostrana sono impazienti calcolatori di algoritmi che, leggenda da social media, invece di aumentare riducono i contatti. L’unione fa la forza alle elezioni, ma Sulmona ha ancora forza? No, per il sindaco la città si è anche un po' adagiata a trent’anni di commissariamenti, di tanto in tanto spunta un sindaco, osannato e poi crocifisso.

Se davvero qualche sulmonese è ancora innamorato di questa città (non della gente sia chiaro), ora può fare molto, mettersi dalla parte della sindaca dimissionario, Annamaria Casini e sostenerla perché torni sui suoi passi. Anche perché senza un sindaco è difficile difendersi dalle multinazionali, dalle chiusure di uffici pubblici, da vecchi avvoltoi e da nuovi progetti tornado che minacciano aree indifese come la valle Peligna, scambiata per pattumiera d’Abruzzo.

Ne abbiamo avuto un assaggio, non è bastato l’olezzo, la lezione non la impariamo e così questa volta non è sicuro nemmeno il commissario per palazzo San Francesco.

 

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