Un quadro in cui spicca l'assenza di un sistema fiscale affidabile, con un miliardo di debiti nel solo 2017, e con il rischio "Grecia" per via di possibili tagli ai servizi grazie ai 520 milioni di euro di disavanzo. Come stanno in salute le finanze della Regione Abruzzo?
CORTE DEI CONTI
Il bilancio regionale è stato al centro di una pronuncia della Corte dei Conti abruzzese che nella camera di consiglio del 5 luglio scorso è intervenuta sulla legge regionale 16 del 2017, ovvero il rendiconto generale per l'esercizio 2013, già dichiarato costituzionalmente illegittimo dalla Corte Costituzionale nel gennaio 2018, respingendo l'istanza di riapertura del procedimento di approvazione del rendiconto.
La Corte ha deliberato l'irricevibilità della richiesta di riapertura del giudizio di parifica relativo al rendiconto e la contestuale estinzione del giudizio sospeso a seguito della delibera della stessa sezione regionale del 26 febbraio 2016.
Lecito chiedersi: tutti i documenti contabili successivi sono quindi inattendibili? Secondo Andrea Ziruolo, professore di economia aziendale all'Università di Chieti, sì.
"E'evidente che il nuovo schema di Rendiconto 2013, proposto in sostituzione del precedente già approvato e solo in parte parificato dalla Corte dei conti, una volta definito incostituzionale, diventa nullo e le modifiche apportate rispetto al precedente documento portano in dote alcuni interrogativi. Sebbene i punti su cui la Corte dei Conti aveva chiesto chiarimenti riguardano la sanità e pertanto non dovrebbero incidere sulla disponibilità finanziaria per le altre funzioni regionali, mettono in discussione la corretta determinazione delle componenti il risultato di amministrazione. Determinazione che non è detto porti necessariamente ad un peggioramento dei conti, infatti si potrebbero recuperare dei crediti che si ritenevano perduti, ma sicuramente fanno perdere veridicità e attendibilità agli altri documenti contabili successivi già approvati dal Consiglio regionale in quanto sono tra loro correlati proprio attraverso il risultato di amministrazione".
E osserva che la irricevibilità del nuovo documento per la parifica del 2013, da parte della Corte dei Conti, richiede ovviamente che quei potenziali nuovi maggiori o minori crediti e debiti debbano essere riconosciuti e inseriti nei documenti che devono ricevere ancora la parificazione della Corte dei conti. Dopo un passo del genere è chiaro che aumentano esponenzialmente anche le preoccupazioni sul futuro economico-finanziario abruzzese.
"Un eventuale nuovo e maggiore risultato di amministrazione a seguito delle rettifiche contabili proposte dal 2020 potrà essere adoperato diversamente da ciò che nei fatti avviene oggi. Infatti, con la sentenza 101 del 2018 la Corte Costituzionale stabilisce che dal 2020 l'avanzo di amministrazione disponibile, che fino ad ora era escluso dal calcolo di pareggio di bilancio, l'ex patto di stabilità, può essere reinserito nel relativo calcolo, anche se al momento risulta che nessun bilancio contiene questa possibilità. Pertanto, immaginiamo che la Regione Abruzzo negli esercizi ancora da sottoporre a parifica non abbia rispettato il saldo di finanza pubblica per 1,2 milioni: con 1,5 milioni di risultato di avanzo, laddove possa essere applicato, ecco che si rimetterebbero a posto anche i conti di finanza pubblica. È una situazione rispetto alla quale i revisori della Regione dovranno fare un gran lavoro".
A questo punto un altro interrogativo va rivolto al quadro che si troveranno a valutare i futuri amministratori, ovvero se la nuova Giunta che si insedierà dopo le elezioni regionali potrebbe dover gestire una bomba ad orologeria, con il "rischio Grecia" per l'Abruzzo fatto di tagli ai servizi e austerità imposta da terzi.
RISCHIO GRECIA?
"La Regione Abruzzo ha vissuto un'anomalia importante che non è dipesa soltanto dall'amministrazione uscente, che ha ereditato la mancanza di alcuni bilanci approvati e probabilmente anche l'assenza di un sistema contabile affidabile. Ma se sono vere le notizie secondo cui si è in presenza di un disavanzo di 520 milioni di euro sul rendiconto 2017, a fronte di un indebitamento complessivo di circa un miliardo, la manovra fiscale non potrà che essere pesante, salvo il caso in cui non si operi un'importante dismissione del patrimonio pubblico. Parliamo di una Regione che ha un bilancio di 3,5 miliardi di euro di spesa annua, di cui circa l'85% va via per la sanità e un 7/8% per i trasporti. È evidente che restituire un miliardo più un recupero di 520 milioni significa o non avere più servizi per i territori, oppure trovare percorsi alternativi per poter finanziare la propria attività".
All'orizzonte, quindi, un possibile aumento delle imposte che riguarderebbe le accise, oppure aprire una fase del tutto nuova, "incominciando ad avere una Regione che cerchi risorse in modo più capace su Bruxelles per portare qui fondi che fino ad oggi non si sono visti, a parte il Masterplan che è stata un'iniziativa governativa e non regionale".
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