Francavilla, un anno senza Palazzo Sirena (che poteva essere salvato)


Avrebbe portato incassi alla città magari per sistemare strade e marciapiedi e l'intera struttura avrebbe potuto dare occupazione a decine di persone


di Elena Antonucci
Categoria: ABRUZZO
13/08/2018 alle ore 08:20

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Chi non ricorda l’estate francavillese del 2017, arroventata di polemiche intorno alla demolizione di Palazzo Sirena?

Una serie continua di post sui social media, articoli di stampa, e, alla fine, l’epilogo: Palazzo Sirena viene demolito il 22 agosto, alle ore 19,05.

Simbolo del passato, ceduto dall’Azienda di soggiorno al Comune il 29 marzo 1991 con “l’obbligo di assumersi ogni eventuale onere di qualsiasi natura derivante dalla donazione”, è stato demolito anzitempo rispetto alle tempistiche, come dichiarato anche dallo stesso Sindaco artefice dell’operazione, in un post su Facebook il 12 maggio 2018: “Qualsiasi ritardo non previsto avrebbe comportato un blocco da parte di Enti statali e non avrebbe più permesso l’esecuzione del progetto. Mai più”.

Un’ammissione di consapevolezza: Palazzo Sirena stava per essere salvato, sarebbe bastato ancora pochissimo tempo e i francavillesi lo avrebbero ancora avuto nel loro patrimonio, per essere valorizzato, oppure venduto, magari per essere trasformato in splendido hotel della riviera adriatica.

Avrebbe portato incassi alla città magari per sistemare strade e marciapiedi e l’intera struttura avrebbe potuto dare occupazione a decine di persone.

Il nome Palazzo Sirena viene oggi attribuito all’Auditorium e non si può non ricordare quanto disse il Consigliere di maggioranzaPaolucci durante il Consiglio Comunale del 31 ottobre 2016 dopo aver dichiarato di aver disquisito con la Corte dei Conti: “Palazzo Sirena non è un manufatto, è un concetto, Palazzo Sirena è la storia, Palazzo Sirena è quel che è stata Francavilla in un determinato periodo storico ma proprio per questo non può essere limitato in un manufatto, anche perché il palazzo non è stato sempre quello, Palazzo Sirena nella sua concettualità non sarà abbattuto, continuerà ad esistere l’Auditorium Sirena che è il suo naturale erede ma è un erede ben più valido”.

Insomma, l’Auditorium è diventato esso stesso Palazzo Sirena e, mentre la città presenta nuovi cartelli con frecce indicanti Palazzo Sirena, il discorso del Consigliere lascia pensare che ci si voglia tutelare contro eventuali ricorsi presso la Corte dei Conti.

Auditorium che, peraltro, il 4 dicembre 2017 ha ricevuto, non per richiesta dell’Amministrazione ma grazie ad una iniziativa privata di approfondito lavoro di ricerca, il riconoscimento da parte del Ministero dei beni culturali di “opera di rilevante interesse artistico”: l’Auditorium è oggi un manufatto ufficialmente riconosciuto quale architettura di particolare valore e pregio, che impreziosisce il centro storico marittimo di Francavilla.

Auditorium che è ancora in attesa di ultimazione dei lavori: restano ancora in piedi dallo scorso anno le protezioni in ferro della facciata lato monte che dovrà essere realizzata (secondo quanto previsto dalla normativa vigente) dagli autori dell’opera, gli Architetti Conti, Moccia e Ricci.

Così come resta ancora il prato che residua dalla demolizione, non proprio curato dalla calura estiva, utilizzato per partite a calcio e giochi da bambini e adulti.

Diverse erano le ipotesi di utilizzo della piazza presentate dall’Amministrazione: dalla costruzione di un parcheggio interrato, al passaggio interrato di autovetture e autobus, alla realizzazione di una importante piazza pedonale. Tutte soluzioni ad oggi accantonate: sembra che il prato sia destinato a rimanere tale, forse per lungo tempo. D’altronde, come accade spesso in Italia, sono le opere provvisorie a diventare più facilmente definitive.

L’ampliamento di Piazza Sirena dei 600 metri quadrati derivanti dalla demolizione, non ha impedito che i grandi eventi si trasferissero altrove: la direttiva Minniti dello scorso anno ha imposto criteri rigorosi per lo svolgimento di grandi eventi, richiedendo spazi e condizioni inderogabili, e piazza Sirena, nonostante la scomparsa del suo Palazzo, non li garantisce tutti.

Il “sacrificio” di Palazzo Sirena, si è rivelato, anche in questo caso, inutile.

 

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