A San Lorenzo nonostante le nuvole, la pioggia di stelle cadenti è stata assicurata dal quasi ex presidente e senatore Luciano D'Alfonso al sindaco di Sulmona (Aq), Annamaria Casini, entrambi dimissionari.
Se come dice il detto, non c'è due senza tre, non sarà questo l'ultimo sfogo del sindaco Casini: "Nella situazione complessa verificatasi negli ultimi mesi ho combattuto con tenacia e determinazione per evitare un’interruzione del mandato ed un’ulteriore commissariamento che Sulmona non merita.
Ho continuato a lottare contro tutto e tutti anche quando sono stata lasciata sola dalle forze che mi avevano sostenuto all’inizio. Ho portato avanti con forza e determinazione battaglie a salvaguardia della nostra città e del territorio pensando al futuro dei nostri figli, quelle contro il progetto Snam e la chiusura del tribunale, quelle per una sanità migliore, i trasporti, quelle per ottenere maggiore sicurezza nel nostro territorio, anche con un nuovo modello di Protezione civile ottenendo risorse finanziarie a questo scopo e quelle per realizzare uno sportello unico di progettazione europea, per lo sviluppo della nostra città.
E poi la riorganizzazione degli uffici comunali, anche questa fin ora ostaggio di tensioni e veti di cui se ne sono fatti protagonisti proprio quei consiglieri che stanno operando per indebolire la maggioranza, facendo venir meno anche in aula presenza e dibattito.
Ed ancora la ricostruzione, con il potenziamento dell’ufficio sisma, la gestione associata dei servizi sociali, l’edilizia scolastica, un percorso di rilancio culturale. Ma tante altre cose sono state seminate, perché è il tempo che può dare soddisfazione a tante energie progettuali di un Amministrazione che vuole incidere veramente.".
PRASSI
Il sindaco ha 20 giorni di tempo per ripensarci, le dimissioni saranno efficaci ed irrevocabili trascorso il termine dalla loro presentazione al consiglio e, in tal caso, si procederà allo scioglimento del consesso ed alla nomina di un commissario (art. 53 III comma del decreto legislativo 267 del18 agosto del 2000). Per la presentazione dell'atto con cui si manifesta la volontà abdicativa, secondo un costante orientamento, il dies a quo per il computo del termine di cui all'art. 53 è il giorno in cui le dimissioni vengono assunte al protocollo dell'ente.
IPSE DIXIT
"Due anni che hanno visto una faticosissima azione per far risalire la china ad una città martoriata da anni di instabilità, mal governo, dissidi e divisioni. Pochi mesi fa era stato finalmente raggiunto un equilibrio politico con il coinvolgimento attivo di tutti i gruppi in una nuova giunta espressione di una maggioranza rinforzata con una riorganizzazione delle deleghe funzionale a valorizzare le singole competenze e affrontare al meglio tutte queste sfide, e si stava portando avanti il lavoro in maniera proficua, in un clima positivo e collaborativo. Il Comune di Sulmona non può essere trattato come un tavolo di poker, dove si rilancia ad ogni giro per accaparrarsi un piatto che rischia di rivelarsi perfino vuoto, visto che i temi concreti e le politiche per la città lasciano il passo a sterili discussioni su posizioni di forza tra i singoli gruppi.
Dopo mesi di tira e molla, di discussioni inutili, caratterizzate da poca sostanza sollevate da singoli consiglieri e dei loro sfoghi sulla stampa, sarebbe stato logico che arrivassero a scelte individuali conseguenziali e responsabilmente coerenti. Ma niente. Ho assistito ad azioni di consiglieri comunali, che, in questi anni, anziché lavorare con progetti per la città, hanno profuso tanta energia solo per indebolire questa Amministrazione, ne è prova la scarsissima attività di Commissione su temi o proposte politiche da presentare in aula, dove invece si assisteva ad assenze strategiche o a interventi inopportuni a difesa del proprio operato politico. La coalizione che ha sostenuto questo progetto oggi ha dimostrato di essere di fatto venuta meno, attraverso azioni ed omissioni indebolendo il progetto politico che doveva essere di reale cambiamento, per ideali e azioni.
Oggi c’è stata l’ultima e più grave dimostrazione di come si stia giocando sulla pelle delle persone e della città. E a questo gioco io non ci sto. Ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità rispetto ad un progetto che non è solo del sindaco, ma è di un intero gruppo, una maggioranza incartata su discussioni sterili che poco hanno a che fare con il bene di Sulmona. Non hanno avuto il coraggio nè la giusta maturità di affrontare in modo deciso i problemi per portarli ad una risoluzione positiva insieme o di rinunciare alla poltrona. Mi assumo, come ho sempre fatto, le mie responsabilità e anche per loro conto, con grande dolore e rammarico per tutto quanto avrei voluto continuare a fare per la mia città, ho deciso di concludere il mandato prematuramente. Ritengo questa inutile litigiosità, che sa di vecchia politica e che tanto ho cercato di contrastare, di fatto, la vera causa della mia sofferta decisione.
Il mio è un atto di grande coraggio in quanto ritengo che non sia rispettoso nei confronti della città restare a lottare inutilmente tra le beghe che hanno di fatto minato e rallentato l’azione amministrativa. Voglio ringraziare i numerosi cittadini che mi hanno manifestato il loro sostegno e tutti coloro che mi hanno incoraggiato a non mollare. Sono stati per me la forza che mi ha consentito di guidare l’amministrazione”.
BILANCIO
Due anni e due mesi di Casini: con 6 mila 900 preferenze Annamaria Casini varca la soglia di palazzo San Francesco il 20 giugno 2016. E' il primo sindaco donna di Sulmona. Di lei, 50enne imprenditrice ma non è poi chiaro di cosa, si racconta soprattutto delle incredibili capacità progettuali ad individuare fondi europei per l’Abruzzo e sempre nella campagna elettorale che la vede vincere la sfida con Bruno Di Masci, politico di vecchia data, riferiscono che in Regione sarebbe l’ombra del consigliere regionale Andrea Gerosolimo.
Ad ottobre 2016 scoppia lo scandalo dei furbetti de cartellino. Su 102 dipendenti comunali metà è indagata per assenteismo, timbrano in 46, ma sembra che non lavorino. Tra i primi interventi del sindaco il più infelice è quello di chiedere che le indagini della procura di Sulmona si chiudano il prima possibile perché con metà dei dipendenti comunali indagati per assenteismo si rischia la paralisi a palazzo San Francesco. Eppure la paralisi c’è già, ma Casini non se n’è accorta. Continuerà anche dopo il suicidio di uno dei dipendenti indagati, anche quando la responsabilità di quelle assenze pagate si ridurrà drasticamente a meno di una decina di colletti bianchi.
Saranno i continui commissariamenti amministrativi ad allentare la voglia di lavorare dei dipendenti comunali? Le dimissioni contestuali dei consiglieri comunali sono un cult per il capoluogo Peligno, dall’amministrazione Ranalli all’amministrazione Federico. Si dimette in anticipo, nel 2007, Franco La Civita che cade sulla votazione del bilancio di previsione, manca la maggioranza nell’approvazione l’aumento dell’addizionale Irpef, 11 voti contrari tra cui anche quello dell’allora margheritino Andrea Gerosolimo. E le dimissioni contestuali non si risparmiano a Pietro Centofanti, sindaco che precede l’elezione dell’ex sindaco della Democrazia Cristiana.
È da poco cominciato l'anno del Bimillenario Ovidiano. La statua di Ovidio, realizzata da Ettore Ferrari, ha bisogno di una ripulita ameno per l'arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il costo per il restauro, non ancora eseguito, è pari a 10 mila 792 euro e a marzo ad affrontarlo decide che sarà il sindaco della città canadese Vaughan, Maurizio Bevilacqua, originario di Sulmona.
Casini organizza delegazioni e va spesso all'estero per dei gemellaggi e per promuovere alcuni prodotti tipici locali di certe aziende, il terreno ai suoi piedi comincia a cedere. Colleziona l’ennesima brutta figura che i magnanimi sulmonesi non attribuiscono più all’inesperienza, ormai.
L'inizio della fine è segnato il 7 febbraio 2017 quando l'imprenditore Pasquale Di Toro rimuove dei cumuli di neve e sporcizia dalla statua che raffigura l’illustre concittadino Ovidio Nasone. I mezzi pesanti da cantiere del costruttore, per i vigili urbani, non potrebbero stare sulla piazza ingolfata dai mucchi d'immondizia trasportata dalle ruspe di altre ditte pagate per sgomberare la città dai cumuli. Di Toro opera gratuitamente e solo per spirito di collaborazione, ma viene accusato di aver negato un documento d’identificazione all’agente che glielo chiede. Lo multano e gli vengono decurtati persino i punti alla patente, quasi viene processato. La Casini promette di pagarle la multa, ma poi non lo fa. Così Di Toro comincia a denunciare tutti i problemi della città dal suo account Facebooke la sua pagina fan ha migliaia d’iscritti.
(fine prima puntata)
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