Di Matteo? Sbaglia tutto, se il centrodestra lo imbarca allora fa un favore al M5S. Di Stefano candidato governatore? Vediamo se la spunta Martino. L'addio a Fratelli d'Italia? Perché fuori Roma è un partito che non esiste.
Sono alcuni dei punti trattati con Impaginato.it dalla 41enne Carola Profeta, anima a destra e presidente per l’Abruzzo dell’associazione Noi per la famiglia che ragiona su prospettive e alleanze in vista delle elezioni regionali.
L'ex assessore Di Matteo da queste colonne ha detto che l'Abruzzo è in emergenza democratica. E' così?
Quando in occasione di un convegno sulla legge elettorale gli chiesi perché continuasse ad appoggiare questa Giunta, mi rispose che in politica le decisioni non sono semplici.
E'iniziata la manovra di allontanamento dal governatore-senatore?
Uno dei motivi che mi hanno spinta a lasciare Fratelli d'Italia è stato proprio questo: che uno dei movimenti in avvicinamento al centrodestra poteva essere quello di Di Matteo e Gerosolimo. Se vogliamo far stravincere il M5s in Abruzzo allora facciamo squadra con loro due. Alcuni dirigenti del centrodestra regionale sono propensi ad aprire, ma a me è una prospettiva che non va giù.
Quale, invece, lo schema che il centrodestra dovrebbe seguire per vincere?
Quello classico dei partiti, che ha consentito alla coalizione di centrodestra di arrivare prima alle scorse politiche, ovvero Lega, Forza Italia e Fdi. Certo, in Molise è stato determinante l'apporto delle liste civiche.
La Lega potrebbe avere però un'altra carta da giocare: in quel caso?
Io c'ero a Silvi in occasione della visita di Matteo Salvini. L'indomani molte testate riportarono una sua frase, ovvero che “in Abruzzo non è tutto scontato”. Io però non ho sentito dalla sua bocca dire che si potrebbe riproporre l'alleanza del governo anche nelle regioni. Per cui è una prospettiva che non mi risulta. Penso che la Lega semplicemente abbia voluto far sapere di non aver paura a correre da sola.
Ha letto il sondaggio secondo cui Fabrizio Di Stefano sarebbe l'unico candidato in grado di giocarsela contro Sara Marcozzi?
Conosco Fabrizio e veniamo dalla stessa area politica. Ma rispetto alla domanda su chi dovrebbe essere il candidato governatore, sono dell'idea che prima andrebbe condiviso un programma serio e a misura di rilancio per l'Abruzzo, perché ogni regione è diversa dall'altra. Prima vanno stabilite le priorità di intervento, i progetti e come realizzarli. E poi si sceglie chi dovrà trainare la squadra per raggiungere gli obiettivi.
Quali?
Obiettivi per me primari sono la difesa, per la competenza che la regione ha, della famiglia naturale, della priorità educativa dei figli da parte dei genitori, del rilascio della natalità, dell'apertura di punti vita, anziché punti morte (penso agli IVG negli ospedali), del rilascio dell'occupazione per dare dignità ad ogni nucleo familiare. E ancora la difesa del diritto alla salute, alla vita, la chiusura degli coffee shop nelle nostre città: ecco il mio candidato governatore ideale deve sposare in pieno tutte quelle tematiche etiche che sono il pilastro della cultura della destra italiana.
Aggiungo il contrasto alla violenza sulle donne ma intenso come intervento a sostegno dell'intero nucleo familiare. Perché quando una donna è vittima di violenza o viene uccisa c'è la distruzione di un'intera famiglia. Penso ai figli della coppie che molto spesso sono anche testimoni, dei familiari della vittima, ma anche dell'assassino. Tramite la politica regionale che gestisce i fondi europei si possono incentivare aperture in ogni capoluogo di provincia di case di accoglienza per donne maltrattate ma anche percorsi riabilitativi per gli stalker.
La Lega può avanzare la golden share proponendo un suo candidato?
Potrebbe farlo, ma Forza Italia in Abruzzo è ancora forte, non scordiamolo. Vero è che mi ha impressionato il balzo della Lega, dallo 0,68% al 13% delle politiche. Fi sarà ancora il primo partito di centrodestra, ma negli ultimi dieci anni ha perso otto milioni di voti. Qulacosa vorrà pur dire.
Cosa manca alla destra abruzzese?
Sono uscita da Fdi perché non condivido la linea nazionale del partito. In Abruzzo resta un gruppo meraviglioso con cui non ho avuto alcun contrasto. La mia scelta è personale per via di problemi con Roma: il partito oltre la Capitale non esiste. Salvini di contro è stato bravo a conquistare i cuori a destra. Fdi fece una polemica con la festa della Lega a Pontida per via dell'assenza di bandiere tricolori: Fdi ha sì bandiere tricolori in tutta Italia, ma il partito fuori Roma non c'è.
Tra Martino e Giuliante chi ha più chanches di aggiudicarsi una candidatura?
Istintivamente direi Martino, perché per Forza Italia è stato l'uomo giusto al momento giusto e il partito non avrebbe fatto quei numeri.
Dopo l'addio a Giorgia Meloni dove guarda, più alla Lega o a Forza Italia?
Per adesso in ferie, a settembre si vedrà.
twitter@ImpaginatoTw