di Francesco Maria Provenzano *
Caro Direttore,
Il Civismo è la nobiltà di sentimenti civili, con un alto senso dei propri doveri di cittadino e di concittadino, che spinge a trascurare o sacrificare il benessere proprio per il bene e l'utilità comune, mentre il Populismo è la tendenza di un soggetto a rivolgersi direttamente a un non meglio identificato «popolo», da lui considerato portatore di valori positivi in contrasto alla casta, o i poteri forti, o alle sinistre, talvolta alle destre, spesso portatrici di valori negativi.
Dal punto di vista del populista il popolo è ovviamente quello che è d'accordo con le sue idee, che le acclama, che non le discute. Fuori dal popolo, viene mosso da intenti perniciosi: è chi alle idee del leader non si accoda, o che comunque in qualche modo le contrasta o falsifica.
Il Civismo è il movimento che può far uscire dai palazzi del potere le varie alchimie politiche che hanno portato al populismo. Oggi abbiamo di fronte un governo populista e sovranista che scavalca i canoni ideologici sposando quelli dell'occupazione del potere, come l'infornata fatta in Rai, Anas, Ferrovie, Cdp: niente da invidiare alla vecchia DC, tanto che tali nomine hanno destato un vero scandalo. In quanto le figure nominate sono assai discutibili sia nelle professionalità che nelle procedure, in ciò si può dire che a parte qualche nome è cambiato poco.
Di fronte al razzismo e ai partiti tradizionali che hanno perso il loro essere ideologico è interessante l'intervista rilasciata sull'Espresso di Ada Colau sindaca di Barcellona che dice: "Bisogna partire dal basso, dalle città, dove davvero si può ricostruire la comunità, perchè lo straniero, ad esempio, non è l'altro che spaventa mai il mio vicino. Dobbiamo portare avanti politiche coraggiose, come quella sull'energia, un tema fondamentale per il futuro".
La Colau è stata eletta in una lista civica che univa Podemos ad altre sigle, ha conquistato il Comune dopo anni di militanza per il diritto alla casa, di attivista di strada, in prima fila contro gli sgomberi.
Insieme a Podemos, è stata uno dei volti della primavera degli 'Indignati'. Oggi la società è cambiata e va cambiato il sistena dei partiti. Servono delle comunità come appunto il Civismo che devono sostituire e di conseguenza rappresentare il partito, organismo superato dovuto alle sue gerarchie e alle strutture rigide e ibride.
A causa della fiducia persa per i continui e troppi casi di corruzione e per gli irrisolti problemi comuni come la difesa di valori etici e morali, il cittadino si è allontanato dalla politica e ha dato vita al populismo. Certo l'errore della sinistra è stato quello di non vedere che oltre alla minaccia del terrorismo si è addensata la paura tra i cittadini di non avere un lavoro o la pensione.
Il Civismo deve essere quel movimento che deve mettere al centro i valori morali: per conquistare il popolo bisogna che dia vita ad una partecipazione popolare diretta e non retorica ma che intervenga nelle scelte che spingono ad un cambiamento serio.
Solo se riuscirà ad approvare tali temi potrà sconfiggere il populismo.
*Giornalista e Scrittore