Qualcuno da queste colonne (e non) se lo è chiesto più volte negli ultimi tempi. C'è chi gioca a perdere in Abruzzo per altri fini?
Il caso dei rifiuti e del rinnovo di Agir porta in dote molto più di poltrone e influenze direttamente (o meno) proporzionali al partito di riferimento: riguarda lo schema da adottare e la prospettiva che si intende eseguire.
Se al primo posto degli interessi che fanno capo alla cabina di regia del centrodestra c'è il dossier rifiuti, allora l'accordo in stile Nazareno è presto spiegato. Forse qualcuno, legittimamente per carità, ha deciso che il cono d'influenza e le strategie legate a come l'autorità dovrà tutelare le aziende pubbliche “da aggressività private'', parafrasando il sindaco dell'Aquila, siano più rilevanti di una coalizione davvero di cemento.
Se la strada è questa allora converrebbe dirlo apertamente, per evitare il sopracciglio alzato di quegli elettori che faticano dannatamente a comprendere mosse, veti e controveti.
Se invece la priorità resta quella di presentarsi vincenti alle prossime regionali, e solo quello con l'obiettivo di vincere, visto lo stato comatoso e i danni del Pd dalfonsiano, allora il pasticcio dell'Agir segue di buon grado quello teramano, dove hanno vinto solo i personalismi di chi, senza più un leader nazionale, non sa dove puntare la bussola e come interpretare gli smottamenti dell'ago calamitato.
Il risultato? Coalizione kappaò, con annessa pessima gestione comunicativa del tutto, mentre altrove come Avezzano e San Salvo il centrodestra vince senza partiti e trionfa il civismo in stile Pizzarotti o come fatto da Toti in Liguria. Ecco il punto che pare sfuggire a molti.
In queste ore la reazione più veemente sul caso rifiuti è stata quella del capo dei salviniani d'Abruzzo, Giuseppe Bellachioma, che parla di “inciuci”, “golpe contro la Lega” e che annuncia anche un ricorso al Tar. A naso non sbaglia.
Semplicemente perché poi, alla fine, il rischio vero potrebbe essere quello di un avvitamento pericoloso, che quindi spingerebbe i voti ancora più verso lidi anti partito.