Dietro il pasticcio sui rifiuti, l'ombra del caso Teramo?


Perché in Abruzzo il centrodestra si sta incartando, facendo il gioco di quegli elettori che potrebbero scegliere gli anti partiti


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
01/08/2018 alle ore 14:45

Tag correlati: #abruzzo#agir#impaginatoquotidiano#regione

Qualcuno da queste colonne (e non) se lo è chiesto più volte negli ultimi tempi. C'è chi gioca a perdere in Abruzzo per altri fini?

Il caso dei rifiuti e del rinnovo di Agir porta in dote molto più di poltrone e influenze direttamente (o meno) proporzionali al partito di riferimento: riguarda lo schema da adottare e la prospettiva che si intende eseguire. 

Se al primo posto degli interessi che fanno capo alla cabina di regia del centrodestra c'è il dossier rifiuti, allora l'accordo in stile Nazareno è presto spiegato. Forse qualcuno, legittimamente per carità, ha deciso che il cono d'influenza e le strategie legate a come l'autorità dovrà tutelare le aziende pubbliche “da aggressività private'', parafrasando il sindaco dell'Aquila, siano più rilevanti di una coalizione davvero di cemento.

Se la strada è questa allora converrebbe dirlo apertamente, per evitare il sopracciglio alzato di quegli elettori che faticano dannatamente a comprendere mosse, veti e controveti.

Se invece la priorità resta quella di presentarsi vincenti alle prossime regionali, e solo quello con l'obiettivo di vincere, visto lo stato comatoso e i danni del Pd dalfonsiano, allora il pasticcio dell'Agir segue di buon grado quello teramano, dove hanno vinto solo i personalismi di chi, senza più un leader nazionale, non sa dove puntare la bussola e come interpretare gli smottamenti dell'ago calamitato.

Il risultato? Coalizione kappaò, con annessa pessima gestione comunicativa del tutto, mentre altrove come Avezzano e San Salvo il centrodestra vince senza partiti e trionfa il civismo in stile Pizzarotti o come fatto da Toti in Liguria. Ecco il punto che pare sfuggire a molti.

In queste ore la reazione più veemente sul caso rifiuti è stata quella del capo dei salviniani d'Abruzzo, Giuseppe Bellachioma, che parla di “inciuci”, “golpe contro la Lega” e che annuncia anche un ricorso al Tar. A naso non sbaglia.

Semplicemente perché poi, alla fine, il rischio vero potrebbe essere quello di un avvitamento pericoloso, che quindi spingerebbe i voti ancora più verso lidi anti partito. 

 

twitter@ImpaginatoTw