Di Maio e Salvini stiano in guardia: serve una legge che blocchi le manine sabotatrici


Chi perde le elezioni vada a casa davvero, per consentire a chi vince di governare davvero. Altro da fare non c'è


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
16/07/2018 alle ore 14:30

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Altro da fare non c'è: bisogna approvare una legge per cambiare l'andazzo, per non soccombere alle manine sabotatrici. Bisogna, cioè, che chi perde le elezioni vada a casa davvero, per consentire a chi vince di governare davvero. Perché ora no, non si può fare. 

Non si può rimuovere il signor Tito Boeri dalla poltrona Inps su cui l'ha piazzato Matteo Renzi. Bisogna, per legge appunto, attenderne le dimissioni o la scadenza. E però è chiaro che non si può neppure governare con chi rema contro. Specialità tutta italiana.

La maggioranza gialloverde capisce, a sue spese, di che sudore grondi la volontà di governo quando gli avversari, palesi o silenti, si trovano sparsi ovunque. In ogni ufficio, in ogni ministero.

La manina che ha aggiunto il danno al decreto dignità non è infatti frutto episodico, ma di sistema. È il lascito delle precedenti stagioni. Tutte. Quelle in cui nessuno vinceva mai del tutto, ma neppure perdeva del tutto. È il frutto velenoso del consociativismo: tutti allegramente al comando, anche dall'opposizione; tutti casta e tutti complici.

Per questo adesso che gli ex consoci sempreimpiedi sono tutti, ma proprio tutti, relegati all'opposizione cominciano a muoversi, stimolati e guidati anche i dormienti. Anche la truppa nascosta. Le pedine sottotraccia (ma neanche tanto!) disseminate in ogni dove.

Boeri è visibile. E le sue baggianate (tipo i 60mila immigrati che ci garantiscono le pensioni) le dice e le ripete senza sprezzo del ridicolo. Le dice e le ripete forte del sostegno di quell'élite radical-chic meneghina che combatte all'unisono la barbarie grillo-leghista cercando sponda persino nell'ex amatissimo nemico Silvio Berlusconi.

Visibili sono pure tutti i manager o presunti tali, in attesa delle prossime nomine e perciò pronti a giurare fedeltà a chiunque. Il pericolo vero per Di Maio e Salvini viene dalle stanze ovattate. Dai labirinti decisionali che fanno e disfano in silenzio e a piacimento. È lì che bisogna intervenire. Per legge. Limitando ogni potestà decisionale impropria o illegittima. E punendo senza remore ogni infedeltà.

Che non sarebbe infedeltà alla maggioranza pro tempore, ma proprio a quel popolo sovrano di cui il governo, ogni governo, è espressione legittima.

Ecco, se il taglio dei vitalizi è stata una bandiera grillina, seppur minima, ma comunque bandiera, questa sarebbe la vera svolta. Difficile, ma non impossibile. Altrimenti è pacifico che le manine sabotatrici si moltiplicheranno. Sino ad avercela vinta. Altro da fare non c'è.

 

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