Il senatore Nazario Pagano la chiama giornata dell'orgoglio di Forza Italia e il coordinatore regionale attende ansioso l'arrivo del presidente del parlamento Europeo, Antonio Tajani, che apre alle liste civiche, al territorio, punta ai giovani e al lavoro e chiarisce su migranti, vitalizi e decreto dignità. Non manca la sorpresa, la telefonata del leader Berlusconi.
Sul palco la senatrice Anna Maria Bernini: "Questo non è un poltronificio – la capogruppo al senato degli azzurri, vestita di bianco, anticipa Berlusconi, a mezzogiorno in diretta telefonica - il decreto dignità è una cosa indegna. Non sarà la Waterloo del precariato, ma la Caporetto del lavoro regolare".
Così apre il convegno Più Forza Italia Stati generali in Abruzzo. La sala D'Annunzio è gremita all'ex Aurum. Ci sono il capogruppo di FI alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri: "Spero che il Senato lo cacci" commenta sul presidente/senatore Luciano D'Alfonso. C'è vicino il presidente della commissione vigilanza, Mauro Febbo (ex An), non mancano altri consiglieri regionali di minoranza Paolo Gatti (ex democristiano e poi Fdl) ed Emilio Iampieri.
Sono i promossi del neo deputato e neo forzista Antonio Martino, immancabile all'evento: "Più che il civismo è importante chi ci mette la faccia dietro ad un simbolo". Stati generali a tratti confusionali, è difficile intravedere la discontinuità se si autocelebrano, nominano di continuo i 5 stelle e demonizzano persino Internet, tornare al porta a porta?
Silenziosi i 2 ex senatori Paola Pelino (FI) e Fabrizio Di Stefano (ex An) unico escluso dai papabili dell'ex leopoldino. In sala c'è Antonio Del Corvo, ex presidente della provincia dell'Aquila e Gianni Gabriele, ex sindaco di Anversa degli Abruzzi (Aq). Il borbottio aumenta con Pagano che sottolinea: "Risultiamo essere il partito più radicato in Abruzzo attraverso gli amministratori locali". Appena dopo però l'onorevole chiede scusa se darà poco spazio agli amministratori locali. Brusio a dismisura: "Ci vogliono politiche attive sul lavoro" dice il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, tra i papabili martiniani.
Intervengono altri sindaci azzurri e poi i coordinatori provinciali. Al capogruppo in consiglio comunale a Teramo Mario Cozzi si chiede di svelare il segreto delle oltre 840 preferenze prese il 4 marzo anche se a vincere poi è stato il centrosinistra. Eletto ad Atri (Te), Gabriele Stolti, nella rosa dei candidati martiniani, Paolo Federico, sindaco di Navelli (Aq) dice: "Prima di partire, nonostante l'orario ho dato risposte al cittadino che mi ha fermato". Si moltiplicano i richiami al silenzio.
Carlo Masci: "Noi siamo quelli che con i ministro (Alfonso) Bonafede (giustizia) non potremmo mai andare". Maurizio Gasparri: "Non è vero che Forza Italia è in declino.. dobbiamo essere sul territorio con i presidi e non possiamo essere solo amici su Facebook".
Tanti discorsi, alcuni sono letture di curricula per alcune che hanno bisogno di dimostrare. Il mormorio copre il coordinatore regionale dei giovani azzurri, Alessandro D'Alonzo, gli eurodeputati Fulvio Martusciello, Aldo Patriciello e Barbara Matera.
Licia Ronzulli: "Uno dei nostri alleati è al governo grazie a Berlusconi". In diretta telefonica, il leader: "Abbiamo la possibilità di riconquistare la guida delle regioni. Con il decreto dignità il Movimento 5 stelle mostra di essere prigioniero delle vecchie ideologie di sinistra.. siamo molto delusi del decreto terremoto".
Premessa di Antonio Tajani: "Ci vogliamo allargare alle liste civiche che saranno accolte e parte integrante del rinnovamento, apriamo al territorio". Silenzio assoluto in sala per uno dei 5 padri fondatori del partito. "Non si usano i fondi europei per incapacità delle Regioni? Per questo sto pensando ad un unico fondo dove raccogliere quelli inutilizzati da investire per infrastrutture, l'Abruzzo come Puglia, Sardegna ed atri territori sono privi dell'alta velocità. Il lavoro è libertà non il dl dignità”.
E ancora: “L'immigrazione è il secondo problema degli italiani dopo il lavoro. Se lavoriamo in Africa e portiamo imprese che investono, impediamo i flussi migratori. Occorre una strategia e l'Italia ha bisogno dell'Europa, della Russia e di altri Paesi. Come fare rispettare le nostre regole se siamo poi i primi ad avere paura? Dobbiamo avere il coraggio di essere quello che siamo”.
Sull'abolizione dei vitalizi dice: “Solo propaganda, sono stati già aboliti. Non è quella la soluzione, non vorrei che toccare i privilegi dei deputati fosse un pretesto per arrivare alle pensioni". Toccare le pensioni baby non sarebbe male per qualcuno in sala. Sulla tassa alle multinazionali del Web, Tajani chiarisce che compenserebbe i tagli alla politica agricola comune europea effetto Brexit che preoccupa gli agricoltori italiani.
twitter@ImpaginatoTw