E’ tutto pronto per Maltauro, la gara per il project financing partirà entro 60 giorni: il presidente della Regione Luciano D’Alfonso lo annuncia in una conferenza stampa circondato dai protagonisti dell’avventura che è passata attraverso la lunghissima istruttoria della Asl di Chieti, l’avocazione da parte della Regione, la lunga cavalcata verso l’obiettivo finale del nuovo rup Emidio Primavera, al quale Dalfy ha detto “gigantescamente grazie”, fino al traguardo finale.
Con lui ci sono l’assessore alla Sanità Silvio Paolucci, che da tempo ha convertito le sue perplessità iniziali affidate a una lettera al governatore del 4 aprile 2016, in un’adesione su tutta la linea; il direttore generale della Regione Vincenzo Rivera duchino quanto ci pare ma in maniche di camicia, la direttrice amministrativa della Asl Tiziana Petrella e il manager della Asl Pasquale Flacco, la prima incollata al cellulare per tutta la durata della conferenza stampa, il secondo silenzioso e con una faccia da sfinge, e se non sono prese di distanza queste poco ci manca. A loro spetterà il compito più gravoso: fare la gara.
E’ una conferenza stampa alla quale segue un’intervista, ai microfoni dello stesso ufficio stampa della Regione, in cui D’Alfonso dà fondo a tutte le sue elucubrazioni linguistiche: la prima per attaccare gli oppositori del project, definiti “asini che hanno prodotto impaurimento”, la seconda per ridimensionare il ruolo dell’Anac interpellato dai 5 stelle, “che va vissuto come organo di controllo collaborativo e e non come estrema ratio della propria asinaggine. Insomma, l’Anac nulla può”.
Il progetto Maltauro, modificato e corretto, va spedito quindi verso la meta, grazie alla Regione ha aggiunto D’Afonso, “che ha stressato l’iter amministrativo” per rendere possibile questo risultato, grazie a Primavera e a Rivera, per la sua “versatilità culturale molto importante”. E prova pure a spiegare qualcosa, Rivera, sui tempi di realizzazione ma poi Dalfy si riprende il microfono che gli aveva imprudentemente affidato, fa tutto lui, e gli altri a testa bassa.
Il costo della “cittadella ospedaliera” è ridotto del 55 per cento, spiega Paolucci, 285 milioni di euro rispetto agli iniziali 526 milioni “e anche la parte progettuale rispetto all’inizio è cambiata”. Insomma, era necessario progettare un nuovo nosocomio, e non solo per i problemi strutturali del vecchio edificio, ci sarà una gara internazionale eccetera eccetera.
Certo, è cambiato molto e tutto da quella famosa lettera in cui Paolucci invitava D’Alfonso a chiedere a Maltauro di modificare il progetto e molto altro, come “il costo degli interventi, delle forniture dei servizi alla luce delle disposizioni in materia di contenimento della spesa sanitaria approvate nell’agosto 2015” e lo stesso modello di gestione che si caratterizza, tra l’altro “per l’ipotesi di sostituzione degli attuali fornitori di servizi presso il presidio di Lanciano, Vasto e Ortona.
Tale soluzione in linea di prender principio appare idonea a sottrarre spazio al mercato dei servizi, peraltro non funzionalmente ed economicamente inerenti la realizzazione dell’intervento del nuovo ospedale di Chieti”, ma anche sulle ipotesi di copertura degli investimenti e, aspetto più importante, “i profili inerenti l’allocazione dei rischi tra pubblico e privato e la bancabilità dell’intervento”.
Tutti nodi risolti, a sentir loro. Ma non per Mauro Febbo, consigliere regionale di Forza Italia, e chissà se anche lui insieme a Sara Marcozzi è per Dalfy uno di quegli “asini che ha prodotto impaurimento”: Febbo impugnerà la delibera con esposto alla procura della repubblica e alla Corte dei Conti.
“Un’azione scientemente preparata – dice Febbo – che prelude al collasso anche economico e finanziario della sanità teatina, con ripercussioni sulla stessa università. Gravissima è la partecipazione alla conferenza stampa dei vertici della Asl che avrà la responsabilità patrimoniale della scelta”.
ps: insomma, di Maltauro sentiremo parlare ancora a lungo. E non solo per i tempi, non certo brevi, necessari alla realizzazione del project. Alla faccia della sicurezza dell’ospedale.
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