Concorsi, bacchettata alla Asl di Chieti


Aveva ragioni da vendere, Alessia Valentina Parlatore quando ha impugnato la sua esclusione dal concorso per dirigente amministrativo


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
27/06/2018 alle ore 10:00

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Aveva ragioni da vendere, Alessia Valentina Parlatore quando ha impugnato la sua esclusione dal concorso per dirigente amministrativo della Asl di Chieti: ieri il Tar di Pescara ha accolto il suo ricorso e ha sottolineato la “disparità di trattamento” ricevuto rispetto ad altre candidate escluse con la sua stessa motivazione e poi riammesse. E ha dato sette giorni di tempo alla Asl per riesaminare il caso e per fissare la data della prova scritta. 

Quindi il Tar riconosce che rispetto alla Parlatore, funzionaria regionale, la Asl ha assunto un atteggiamento elusivo rispetto all’”obbligo di provvedere alla richiesta di riesame della ricorrente”, dopo che in un’altra occasione si era espresso su una posizione analoga, quella di un’altra funzionaria regionale, Paola Oddi.

E conclude l’ordinanza ordinando alla Asl, per “ovviare al danno prospettato”, di rivalutare l’istanza inoltrata entro il termine di sette giorni, e “per il caso di esito favorevole, di fissare in tempo utile la data di espletamento delle prove concorsuali”.

Esclusioni illegittime, ha quindi stabilito il Tar di Pescara. Tutto comincia all’inizio dell’anno, le protagoniste di questa guerra per il lavoro sono due donne, entrambe dipendenti della Regione, con lo stesso profilo professionale e cioè di funzionario procuratore legale, che hanno dovuto far ricorso alle carte bollate per vedere riconosciuti i propri diritti.

No, non hanno i titoli per partecipare ha deciso la Asl, nonostante siano entrambe avvocato (una, Paola Oddi, ha lavorato all’Avvocatura regionale, l’altra, Alessia Valentina Parlatore alla Direzione Lavori pubblici): la loro connotazione professionale non sarebbe “giuridico-amministrativa”.

Ma il Tar ha bocciato questa tesi, visto che entrambe lavorano nella pubblica amministrazione, e che altro fanno se non attività “giuridico-amministrativa”, anche alla luce del fatto che la Asl ha ammesso al concorso addirittura “collaboratori amministrativi, contabili e cancellieri”, escludendo i funzionari-avvocati “in possesso della professionalità giuridico amministrativa richiesta dalla legge”.

Un accanimento terapeutico, da parte della Asl, attuato con costituzioni in giudizio e altissime spese legali. Alla fine, è il mese di febbraio, una delle escluse, Paola Oddi, ottiene la prima sentenza favorevole dal Tar: potrà partecipare al concorso perché la sua esperienza dentro la Regione coincide perfettamente col profilo giuridico-amministrativo richiesto dalla Asl. La sentenza passa in giudicato e la Asl è costretta a riammetterla.

Ma qui viene il bello. La seconda esclusa, Alessia Valentina Parlatore, presenta un’istanza alla Asl per chiedere la riammissione al concorso citando la sentenza dellaOddi: d’altronde il profilo è lo stesso e uguali sono i motivi addotti per l’esclusione. Ma la Asl fa orecchie da mercante, e va avanti per la sua strada: l’istanza di riesame della Parlatore (l’ultima è del 28 aprile scorso) resta nel cassetto.

A questo punto la funzionaria regionale si rivolge al Tar e dieci giorni fa, a poche ore dalla prova scritta, ottiene un primo decreto di sospensione del concorso. Insomma, il Tar riconosce “la sussistenza del pregiudizio” e rileva che la Asl ha già preso in considerazione l’istanza di riesame presentata da altra candidata (Paola Oddi), esclusa per gli stessi motivi, riammettendola alla procedura con tanto di sentenza del Tar: e quindi ci sono tutti i presupposti perché anche il ricorso di Alessia Valentina Parlatore abbia le gambe per camminare.

Si arriva al 22 giugno, giorno fissato per la camera di consiglio: il Tar ordina alla Asl, come abbiamo visto, di riesaminare il profilo della Parlatore e di fissare una nuova prova scritta, rilevano la “disparità di trattamento”.

Insomma, un caso di ingiustizia sul quale si innestano tanti punti interrogativi.

La sentenza del Tar arriva nel giorno in cui il segretario generale della Cisl Vincenzo Traniello invia una diffida al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, all’assessore alla Sanità Silvio Paolucci e al direttore delle risorse umane Fabrizio Bernardini in merito ai concorsi: Traniello cita la diffida già inviata alle Asl da Mauro Febbo e ricorda che esiste l’obbligo dello scorrimento delle graduatorie prima di procedere a nuovi bandi. Invece,

“presso la Asl di Avezzano e di Lanciano-Vasto-Chieti, nonostante ciò, sono stati indetti concorsi e la Regione, convalidando di fatto l’operato delle Asl, ha designato i propri comonenti in seno alle commissioni esaminatrici”.

La Cisl invita la Regione e le Asl a sospendere tutti i concorsi, anche alla luce del fatto che,

“adottando una diversa impostazione, si determinerebbe solo ed esclusivamente uno sterile contenzioso con aggravio di costi in capo alle amministrazioni e verrebbero dilatati enormemente i tempi del reclutamento del personale”.

Ps: un’altra grana per la Regione, di quelle grosse.

 

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