Teramo, vi spiego il testacoda di Morra che ha fatto vincere D'Alberto


Parla Graziella Cordone, di Insieme Possiamo, che scommette tutte le fiches sulla carta del civismo


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
26/06/2018 alle ore 08:55

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Nella Giunta D'Alberto ci sarà certamente Graziella Cordone, già candidata sindaco nel 2014 e anima critica del Pd da cui ha preso lo scorso anno le distanze. Il partito di Martina (impegnato nel derby con Calenda) in Abruzzo respira praticamente solo per il successo teramano.

Così Teramo ha voltato pagina dopo i tre lustri targati centrodestra e si prepara ad una fase nuova. Ma come nasce la vittoria del democrat dopo che al primo turno l'avv. Morra aveva innestato la quarta?

“Morra al primo turno era andato bene perché comunque alle spalle aveva la corazzata di Paolo Gatti, - ragiona con Impaginato.it Cordone - con tre liste estremamente forti in grado di pescare nei nodi più importanti della città. Tra cui i soliti noti, dirigenti, medici, avvocati: tanti personaggi della vecchia politica. E Teramo li aveva votati: in fondo essendo una città di 50mila abitanti e 550 candidati, è chiaro che ognuno aveva il proprio riferimento”.

Ma qualcosa è cambiato al ballottaggio. “Domenica scorsa invece siamo riusciti a sconfiggere l'egemonia del centrodestra che durava da 15 anni: pesante vivere in una città dove il potere apparteneva solo a pochi, ma nel modo più bruto dell'accezione”. E la città? “Era città era stanca – aggiunge - voleva cambiare e respirare aria nuova. Ricordo che al ballottaggio non si è debitori di nessuno, non c'è il parente da votare e si vota d'amore e di pancia. Si vota dunque la persona più vera. Sono la dimostrazione di quello che si respira realmente”.

Un elemento che ha giocato senza dubbio un ruolo non secondario è stato lo strappo di Di Dalmazio. Secondo Cordone “era avvenuto da diverso tempo e non solo frutto di queste elezioni, ma tale frammentazione ha influenzato certamente l'elettore di centrodestra, senza dimenticare che la stessa cosa è accaduta nel campo del centrosinistra con due candidati piddì che si sono candidati assieme: l'essere uscito dal centrodestra per candidarsi a sindaco ha dato un segnale non indifferente ai teramani”.

D'Alberto è stato sostenuto da quattro liste, per cui il suo risultato è figlio anche di uno sforzo civico. “Insieme Possiamo è la lista civica che ci ha creduto fino in fondo. Ma la vittoria è figlia anche di Teramo 3.0, Teramo Vive e del Pd ovviamente”.

Per Cordone si prospetta un futuro in Giunta, non si sa ancora se con una delega pesante o addirittura vicesindaco. A giorni la decisione del primo cittadino.

 

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