Il civismo? Il nuovo cordone ombelicale con territori mortificati e sfruttati. Il passato piddino in regione? Buono per sapere davvero dove non andare. Il futuro dell'Abruzzo? Da costruire per recuperare la crescita della regione, ferma da troppo tempo.
E'in pillole il pensiero di Gianluca Zelli, che con il suo movimento Azione Politica sta in questi mesi tessendo una tela unitaria e inclusiva per preparare il terreno alle elezioni regionali.
In molti, in verità, dicono a mezza voce che il centrodestra potrebbe avere gioco facile in Abruzzo dopo l'esperienza della Giunta D'Alfonso. Ma in realtà il punto è un altro.
Secondo Zelli la priorità per questa terra è innanzitutto andare oltre: "Il nostro spirito è quello di riprendere in mano il futuro dell'Abruzzo. Non ci interessano le battaglie contro. D'Alfonso vuole andare a Roma? Bene. Lavoriamo da subito per recuperare la crescita della nostra regione, ferma da troppo tempo. Abbiamo idee e energie per la ripartenza su commercio, piccola impresa, turismo e sanità. E non vediamo l'ora di metterci all'opera".
Ecco la discontinuità. Il ragionamento di Zelli è sì incentrato sulla passata esperienza da non ripetere, ovvero la guida dalfonsiana di regione e sacche di potere, ma partendo da ciò che di buono (e di nuovo) si vuole piantare per il domani.
E'chiaro che poi tutto il pregresso resta protofanico nello scenario abruzzese. Come ciò che prende spunto dalla questione relativa alla incompatibilitù del governatore-senatore. Infatti alla luce di quanto affermato nell’intervista fatta da Azione Politica ad Antonio Baldassarre – presidente emerito della Corte Costituzionale e già docente di diritto costituzionale in blasonati atenei italiani – sulla condizione di incompatibilità del presidente-senatore della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso Zelli ha le idee chiare.
“Le dichiarazioni del professor Baldassarre, avallano, in maniera chiara e inequivocabile, quanto già più volte sottolineato. Parafrasando, siamo ostaggio di Luciano D’Alfonso e dei suoi personali intendimenti, molto interessati, e assai distanti dall’idea di un’amministrazione sana, equa, a misura delle esigenze dei cittadini, proiettata alla crescita. Per D’Alfonso, l’Abruzzo è una proprietà privata, un escamotage per la perpetuazione del proprio potere”.
E lancia il suo appello: “Credendo poco nella redenzione dei consiglieri di maggioranza, Azione Politica fa appello a tutti quelli di opposizione affinché, con responsabilità verso il popolo abruzzese, chiedano la nullità di atti e nomine formalizzati da D’Alfonso, dal momento della sua proclamazione a senatore della Repubblica italiana”.
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