Destra ad un bivio, andare oltre o scomparire. Ma perché non andare oltre l'inverosimile?


Fare come Alessandro Magno: il nodo non è più solo An, il fu Pdl o Berlusconi, perché nel frattempo la nuova Lega ha messo la freccia e sta fagocitando un mondo intero


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
22/06/2018 alle ore 15:42

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L'importante, diceva una delle teste missine più pensanti della storia europea, “di casa” a via della Scrofa (ma rimasto senza eredi) è non fare come la sinistra che apre tavoli e dibattiti e poi si fa fregare sul tempo da qualcun'altro, perché i tempi in politica sono il pan.

La storia della destra italiana dell'ultimo lustro ha molto in comune con quella preoccupazione. Mentre in tanti erano intenti a ragionare su come uscire dalla contraddizione del Pdl, su come annusare forme di revival o speranze, Matteo Salvini ha messo la freccia e, nell'ordine, ha quintuplicato i voti della Lega, spazzato via la vecchia guardia, preso sotto di sé pezzi dell'Ugl e quello slogan, prima gli italiani, che fu di An alla fine degli anni 90. Dama, insomma.

Il tutto senza avere avversari. Il dibattito promosso a Roma (qui il video integrale) da una serie di sigle e movimenti (Azione Popolare, La Nostra Destra, Mezzogiorno Nazionale, Movimento Nazionale per la Sovranità e Pronti per il Sud) ha avuto proprio questa intenzione: capire quali contorni potrà avere il mondo degli ex An alla luce del nuovo perimetro sovranista incarnato dalla Lega nazionale e raccontare il bivio della destra, se andare oltre o scomparire.

Sono intervenuti in tanti tra ex deputati e attuali amministratori come Silvano Moffa, Gianni Alemanno, Mario Landolfi, Nicola Bono, Pasquale Viespoli, Elena Donazzan, Daniele Toto, Ettore Lembo. Ognuno portando il proprio bagaglio di esperienza e percezione, e ovviamente tentando di declinarlo alla bisogna. E chi come l'ex sottosegretario Roberto Menia si oppose, in solitaria, allo scioglimento di An per confluire nel Pdl, e che alla Fiera di Roma fu costretto a parlare solo a notte fonda. 

Ma al di là dei singoli interventi, tutti apprezzabili e condivisibili, ciò che va rimarcato è l'ardore che avrebbe bisogno quest'area. Come ha sottolineato Daniele Toto, non serve cimentarsi in un compitino buono, forse, per ritagliarsi un minuscolo spazio in un mondo del tutto nuovo, quello del neo governo del cambiamento.

Ma per non scomparire del tutto e per non essere tacciati di autoconservazione, occorre un'altra cosa: andare oltre l'immaginabile, compiere un salto biblico verso quel futuro che nessuno ha ancora scritto, per capire cosa cerca il paese, cosa significa oggi il concetto di Nazione-Stato, perché territori mortificati da liste scriteriate o scelte calate dall'alto (o dal basso bassissimo) rappresentano oggi il vero banco di prova della nuova politica a destra.

Per non finire come la parentesi populista del M5s, che rischia, più di altri, di trovarsi un bel giorno come Gesù nella Domenica delle Palme, prima festeggiato e poi crocifisso. I partiti sono un'altra cosa e quelli a destra della destra o a destra del centro possono e devono oggi lavorare per dialogare con la nuova Lega.

Ma a patto di evitare come la peste gli errori del passato (tutti, non solo quelli che ci fa comodo ricordare); a patto di impedire che i campanili italiani siano eclissati da cambi di casacca degni della peggiore partitocrazia; a patto di sapere di cosa si parla quando si affrontano nodi dirimenti come Mediterraneo, gas e alta velocità.

A patto, insomma, di dare fiato a forze fresche che dimostrino di meritare quella fiducia e non scimmiottino chi promette ghiaccio nel deserto e poi si ritrova seduto su una polveriera: come quella che si trova a due passi da casa nostra e che si chiama Grecia.

Un'analisi che non cerca applausi o mi piace, perché è proprio la sua durezza anche scomposta che può essere pungolo o addirittura pugno nello stomaco, al fine di attirare solo i migliori in questa nuova (e lunga) traversata in mare aperto.

Proprio come Alessandro Magno che decise di giungere nell'ignoto, ai confini del mondo. Ma circondato dai suoi favolosi e invincibili cavalieri.

 

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