Rimborsopoli, assolto Chiodi

Uno scandalo finito in una bolla di sapone: assolto dal tribunale di Roma “perché il fatto non sussiste” Gianni Chiodi, ex governatore della Regione Abruzzo insieme al vice presidente Alfredo Castiglione e all’ex assessore Paolo Gatti.

La Rimborsopoli si sgonfia, ma i segnali c’erano già tutti, da quando tempo fa erano stati assolti gli altri assessori coinvolti nell’inchiesta, che risale al 2014, alla vigilia della campagna elettorale per le Regionali che portò alla sconfitta di Chiodi e alla vittoria di Luciano D’Alfonso.

Un’inchiesta che indubbiamente pesò come un macigno sull’amministrazione di centro destra ma anche sulle storie familiari di molti imputati: la procura di Pescara emise 25 avvisi di garanzia con invito a comparire per truffa aggravata, peculato e falso ideologico. Chiodi & c. erano accusati di aver pagato biglietti aerei, hotel di lusso con i soldi della Regione. Vennero a galla missioni istituzionali con annesse notti passate con le fidanzate di turno.

Nel gennaio 2015 la procura chiese 15 archiviazioni, poi venne dichiarata l’incompetenza del tribunale di Pescara e il processo fu trasferito a Roma, almeno per alcuni degli imputati.

Ieri l’assoluzione per tutti e tre gli esponenti di centrodestra, che sono stati processati con rito abbreviato.

“Si chiude un’esperienza devastante, soprattutto a livello umano, per me e per chi mi è stato vicino – dice all’Ansa Chiodi -. Si tratta di una vicenda che fin dall’inizio ho ritenuto infondata, ma che mi ha portato all’attenzione dei media nazionali mi piacerebbe che fosse dato almeno un decimo del risalto che è stato dato ad avvisi di garanzia ‘farlocchi’ e che chi mi ha condannato sulla base di quegli avvisi di garanzia oggi mi chiedesse scusa, ma so bene che entrambe le cose, molto difficilmente, avverranno”.

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