Una fusione che serve solo a cambiare le carte in tavola. Ma tutto resta come prima. E resta come prima soprattutto la governance, quella che aveva incasellato una serie incredibile di insuccessi ed era stata severamente messa in mora dagli organi di controllo. Succede a Città S.Angelo e a puntare il dito contro i consiglieri del Pd, colpevoli di avallare questo finto cambio della guardia nella gestione dei rifiuti, sono Massimo Berardinelli, coordinatore di Mdp Articolo 1 e Daniele Licheri, segretario regionale Si Abruzzo.
Giovedì scorso all’ordine del giorno del consiglio comunale c’era l’attuazione del piano di razionalizzazione delle partecipate e l’approvazione del progetto di fusione di Attiva spa, Linda spa e Ambiente spa in una nuova società che si chiamerà Ambiente spa. Una fusione che ha un suo perché: dovrebbe fare fronte comune rispetto ai costi legati alla raccolta, smaltimento e gestione dei rifiuti e soprattutto, con la costituzione di questa società non ci sarebbero più più i vincoli delle società in house.
In un futuro prossimo quindi Ambiente spa potrebbe accorpare la gestione degli impianti ma anche realizzarne uno nuovo di zecca, così si ipotizza, per la lavorazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani.
Ma c’è un “ma” grosso come una casa. Berardinelli e Licheri denunciano il pericolo di una
“continuazione della malagestione avuta finora dal presidente di Linda spa Guido La Torre. Infatti nel progetto di fusione al fine di favorire la continuità gestionale, gli Amministratori delle attuali società partecipate saranno designati o nominati quali componenti del Consiglio Di Amministrazione del nuovo soggetto nascente. Un presidente che continuerà a ricoprire un ruolo dirigenziale nonostante in questi anni abbia dimostrato delle incapacità gestionali, tanto da aver portato in stato di agitazione i dipendenti della Linda per le difficili condizioni lavorative fino ad arrivare all’intervento del Prefetto. Altra nota a suo sfavore è l’aver gestito la Linda senza tener conto delle indicazioni dell’organo di controllo preposto per le società in house, come nel caso di un incarico di supporto al Rup”.
Quindi, aggiungono Berardinelli e Licheri,
“non solo hanno fatto saltare una alleanza politica ma continuano quindi a perseverare nell’errore, passando anche sopra a una mozione votata all’unanimità dove si deliberava tra i requisiti necessari per la nomina dei rappresentanti del Comune nelle società partecipate, delle caratteristiche ben precise come il possesso di una laurea in giurisprudenza o economia e commercio, titoli necessari per gestire delle Aziende così delicate ed importanti”.
Invece, niente di tutto questo: a dirigere la nuova società sarà ancora lo stesso amministratore unico della Linda, La Torre, che era stato duramente contestato dal sindacato, e che era finito davanti al prefetto proprio per le gravissime condizioni di lavoro dei dipendenti. E di cui più volte erano state chieste le dimissioni.
ps: Il tutto con la benedizione del sindaco Gabriele Florindi appoggiato dal Pd. C’è da chiedersi perché.
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