Quanto spreco di tempo e di denaro, quante giunte, e quanti impiegati, segretari generali, funzionari dirigenti e assessori, quanti giri di valzer e quanti inutili e incomprensibili ghirigori. Sarebbe una storia ridicola, se non sembrasse una farsa, anzi una farsetta.
Che comincia quando il Comune di Pescara mette all’asta una Audi A6 incidentata (quella con la quale il sindaco Marco Alessandrini e la moglie furono tamponati a Pesaro mentre si dirigevano a Verona per un incontro dell’Anci), che non può più essere usata, completamente inutile: alla gara risponde solo la Provincia di Pescara che se l’aggiudica rilanciando sul prezzo, per 1.100 euro. Bene, benissimo, si dirà una corrispondenza di amorosi sensi tra l’amministrazione guidata da Alessandrini e quella di Antonio Di Marco, due pupilli del governatore Luciano D’Alfonso, perché altrimenti che senso avrebbe acquistare una macchina per non farne niente?
Però non finisce qui. Qualche giorno fa, a distanza di tre mesi, il Comune ci ripensa e guarda un po’, alla fine questa macchina decide di regalargliela, alla Provincia: nuova riunione di giunta, altri scambi di lettere tra un ente e l’altro, altre perizie altri protocolli. Ma che è successo nel frattempo?
Nel frattempo succede che la Provincia, dopo aver partecipato alla gara, si accorge che non ha i soldi e decide di chiedere al Comune, con una lettera del segretario generale e un’altra del presidente in persona, di poter avere l’auto a titolo gratuito “a causa delle difficoltà economiche-finanziarie in cui versa la Provincia in gestione provvisoria per non aver approvato il bilancio 2018-2020 che impedirebbe la possibilità a sostenere la spese in parola, ancorché di modico valore”.
E allora, visto che la Provincia non ha 1.100 euro e che, scrive il Comune, meglio liberarsi di questa macchina che farsi carico delle spese di gestione fino all’indizione di una nuova gara (1.440,30 euro l’anno, di cui 827,45 di assicurazione e 616,85 di tassa di circolazione), ecco che Alessandrini, “in attuazione del principio di leale collaborazione fra enti” e del “perseguimento degli interessi pubblici della collettività locale” questa macchina alla fine a Di Marco gliela regala.
In questo scambio di lettere e delibere, opportunamente il sindaco di Pescara trova il modo di spiegare a cosa servirà a Di Marco questa macchina, che non cammina né può essere usata (deve servirgli proprio tanto se era disposto a pagarla 1.100 euro partendo da una base d’asta di 600). E visto che fino a oggi era rimasto un mistero, ora il primo cittadino si fa carico di informare la cittadinanza: gli servirà, a Di Marco, per “recuperare parti meccaniche necessarie alla riparazione della vettura di rappresentanza del loro autoparco, attualmente ferma e inutilizzata”.
Insomma, che bell’atto di amicizia tra sindaco e presidente. E che presidente di Provincia accorto e oculato: recuperare i pezzi di un’auto incidentata per aggiustarne una rotta è davvero da buon padre di famiglia. Un Apperò se lo meriterebbe tutto, se questa storia non avesse tanto il sapore di una tortuosa burocratica stupidità.
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