Ci vuole ancora tempo. Il nome del premier non c'è. Ma clic e gazebo sono già pronti per il prossimo week-end. La piattaforma pentastellata per il voto dei militanti sul contratto di governo è attivata. E l'ordine ai dirigenti locali per una "gazebata" leghista per "Consultazione popolare si/no contratto di governo" è partito da via Bellerio.
Ci vuole ancora tempo. Cosicché la girandola dei papabili dati in pasto ai retroscenisti potrebbe essere frutto di una precisa strategia. Il mezzo con cui Di Maio e Salvini stanno cercando di aggirare tutti i veti e le perplessità di Mattarella.
Perciò niente nomi. Nomi, si badi, non nome. Che, infatti, potrebbero essere sempre due e sempre gli stessi: Luigi Di Maio per i Cinquestelle e Giancarlo Giorgetti per i leghisti.
Ci vuole ancora tempo. Anche per prendere il Colle per sfinimento. Per aggirare ogni obiezione e costringerlo a scegliere solo tra quei due.
Il Presidente, certo, mormora, allude, monitora. Vuole che a guidare il governo sia persona esperta, nota e affidabile. Ma ecco che quei due salgono al Colle e ripetono la solita solfa. Anche a quattr'occhi. Organizzando in più una bella rappresentazione della volontà popolare: i clic sulla piattaforma "Rousseau" e qualche migliaio di gazebo sparsi nelle piazze d'Italia. Tutto in contemporanea, tutto nel prossimo fine settimana. Giusto per arrivare in prossimità delle prime vere scadenze (prossimo vertice europeo) quando il governo ci vorrà davvero.
Mattarella magari avrà sbuffato e si sarà pure risentito. Ma ha dovuto abbozzare. E probabilmente ha dovuto chiudere nella cassaforte della sua mente quei due nomi.
Del resto, avrebbe mai il Presidente potuto dire di no ai leader delle forze politiche che hanno la maggioranza nei due rami del parlamento, senza decidere di sciogliere le Camere? È così che tra clic social e cittadini in fila scavallera' anche questa settimana. Senza un nome. Ma con tanti nomi sui giornali. Ci vuole ancora tempo.
twitter@ImpaginatoTw