Apperò, Rotondi si vergogna


Lui, proprio lui. Quello che difendeva i vitalizi dei parlamentari, che diceva fino a qualche tempo che gli stipendi dei politici non erano abbastanza


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
14/05/2018 alle ore 10:00

Tag correlati: #impaginatoquotidiano#mandara#maperò

Lui, proprio lui. Quello che difendeva i vitalizi dei parlamentari, che diceva fino a qualche tempo che gli stipendi dei politici non erano abbastanza, lui Gianfranco Rotondi che evidentemente ora conosce la vergogna. Così qualche giorno fa, il deputato di Forza Italia se n’è uscito con una richiesta che gli ha provocato mille maledizioni dal mondo politico: il Parlamento è fermo, non è giusto che deputati e senatori percepiscano lo stipendio.

Davvero? Proprio lui dice una cosa del genere? Apperò Gianfranco Rotondi.

“Sì, è una questione di dignità, di mettersi in sintonia col popolo. Noi stiamo vivendo una situazione inedita: un Parlamento fermo, in cui gli eletti in due mesi hanno incassato 24 mila euro senza aver lavorato nemmeno un’ora”.

Giusto, giustissimo. E in effetti ci sono costati un botto questi due mesi di fermo attività: 12 mal euro al mese complessivi ottenuti da 945 tra deputati e senatori. Per i membri della Camera viene indicata un’indennità netta di circa 5 mila euro, una diaria a titolo di rimborso spese per l’esercizio di mandato i 3.690 euro, e di una cifra tra i 3.323,70 e i 3.995,10 euro per il rimborso di spese di trasporto e viaggio.

Per i membri del Senato invece vengono indicati: circa 5mila euro netti di stipendio, 3.500 euro per la diaria, 1.650 di rimborso forfetario e 2.090 per l’esercizio del mandato. Insomma una unga vacanza retribuita. Alla quale hanno avuto accesso anche i nostri parlamentari abruzzesi, a cominciare dal governatore uscente ma non ancora uscito Luciano D’Alfonso, il suo fedelissimo Camillo D’Alessandro e lo stesso Rotondi.

Naturalmente le parole del deputato azzurro sono cadute nel vuoto, giusto qualche titolo di giornale e niente più. Ma almeno è la prova che sono lontani i tempi in cui lui diceva che gli stipendi dei parlamentari erano miseri, che alla Camera si lavorava troppo e che i vitalizi erano sacrosanti e che insomma, la politica è una professione. Solo due anni fa. L’operazione antipatia dell’ex ministro del governo Berlusconi adesso è cancellata: un po’ perché gli italiani hanno la memoria corta e un po’ perché questa pillola di sacro populismo gli ha consentito di sorpassare a sinistra gli stessi pentastellati.

ps: Apperò, Rotondi, un po’ di vergogna la provi anche tu.

 

twitter@ImpaginatoTw