Incompatibile. Doveva saperlo, la Regione Abruzzo, quando ha nominato Fabio Adezio commissario dell’Arit. Una nomina ampiamente annunciata, come dimostra il video in cui Luciano D’Alfonso a dicembre 2017, all’inaugurazione del Palamiglianico, annuncia la sua incoronazione.
Ma portata avanti nonostante tutto a testa bassa, perché le promesse vanno mantenute e lui l’aveva promesso alla sponsor del sindaco di Miglianico, Federica Chiavaroli. Il video (che vedete in fondo al post, smentisce la meraviglia palesata da Adezio il giorno della sua nomina, ma che stupore, mai mi sarei aspettato, eccetera eccetera).
Ma adesso la responsabile anticorruzione dell’Arit Lucia Del Grosso ha scritto all’Anac: la legge 25 del 2000 prevede che l’incarico di direttore generale dell’Agenzia non sia compatibile “con altre attività professionali e cariche elettive pubbliche”.
E nessuno, proprio nessuno poteva ignorare che Adezio sia sindaco di Miglianico, neppure D’Alfonso. Anzi. Ma non è tutto. Dallo stesso curriculum risulta che il primo cittadino, neo commissario dell’Arit, è anche amministratore della Fast srl, una società unipersonale che opera nei settori dell’efficienza energetica, teconologia dell’informazione e della comunicazione, automazione industriale, sicurezza formazione.
Insomma, Adezio che dovrebbe fare il commissario di un’Agenzia che si occupa di informatica e telematica, è titolare di una srl che si occupa delle stesse cose. Un’incompatibilità grossa come una casa.
Per questo motivo la Del Grosso, che scrive per conoscenza anche agli assessori Marinella Sclocco e Silvio Paolucci, al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, al direttore generale Vincenzo Rivera, al capo di gabinetto Fabrizio Bernardini e al responsabile anti corruzione della Regione Valeri, comunica che trascorsi 15 giorni dalla sua lettera, in assenza di controdeduzioni e di rimozione delle cause di incompatibilità (in pratica dovrebbe dimettersi da sindaco e rinunciare alla sua società), si imporrà “un atto di decadenza dall’incarico, fermo restando in tal caso che ogni diritto derivante dal medesimo non potrà essere fatto valere nei confronti dell’agenzia”.
Insomma, se al commissario incompatibile venisse lo sghiribizzo di impugnare l’atto di decadenza, o peggio di chiedere i danni, se la dovrebbe vedere con la Regione che lo ha nominato. E che per nominarlo, a dicembre scorso, si è arrampicata sugli specchi: approfittando della distrazione natalizia, ha modificato lo Statuto, e ha avocato a sé la designazione del commissario. Quindi, fatti suoi.
E non si venisse a dire che una cosa è il commissario, e un’altra il direttore generale (a cui si riferisce la legge quando parla di incompatibilità). Ci sono fior di sentenze che dicono che a contare è la funzione, qualunque sia poi il nome che viene dato all’incarico. Insomma, per Adezio non c’è scampo.
ps: e questa è l’ultima perla della Regione di Luciano D’Alfonso. L’ultima, di una lunghissima serie.
twitter@ImpaginatoTw