Concorsi su misura, bandi ritagliati su misura per il candidato scelto dal dipartimento, gradito al presidente di commissione. E università che resistono e non rispettano le sentenze dei Tar. Accade in Abruzzo dove da mesi si registra un violento braccio di ferro con l’Università d’Annunzio. Il caso è stato segnalato dall’Autorità anti-corruzione.
E così accade che di fronte a precise indicazioni dei giudici amministrativi, gli atenei non blocchino i risultati dei concorsi bocciati in tribunale, non riformulino i giudizi sui vincitori, non rifacciano le commissioni.
Lo scorso 28 aprile il Tar di Pescara, racconta Repubblica, all’ennesimo rinvio silenzioso dell’Università d’Annunzio su un concorso in Medicina, ha inviato l’ultimatum:
“Avete 15 giorni di tempo per provvedere al riesame dei titoli dei candidati e formare una commissione diversa, fatta di docenti esterni ed estratti a sorteggio”. Pena, l’arrivo di un commissario. L’ultimatum scade tra cinque giorni.
In pratica, il Tar ha annullato la selezione per Pediatria organizzata due anni fa, nel 2016: il presidente di commissione aveva redatto il verbale post-concorso in solitudine facendolo approvare agli altri due membri successivamente, via mail. Il Tar ha ordinato una nuova prova, che l’università non ha mai messo in piedi. Il presidente si è limitato a trascrivere i vecchi verbali e a riproporli.
Scrive ora il Tar: “Nelle nuove carte sono stati integralmente riprodotti i criteri precedentemente formulati e i giudizi attribuiti sulla base di quei criteri. È del tutto inverosimile che la commissione abbia proceduto, anche questa volta, a un riesame in modo collegiale”.
Di fronte “a una palese violazione del giudicato della prima sentenza”, il Tar ha chiesto all’ateneo di verbalizzare “gli interventi di ciascuno nelle riunioni collegiali”, di stilare “una tabella in cui per ciascun criterio debbano essere indicati i titoli di entrambi i candidati e le proposte motivate di ciascun commissario” e, quindi, di rinominare i giudici.
“Tutti i membri dovranno essere sostituiti e la nuova commissione dovrà essere composta da tre professori di prima fascia esterni all’ateneo e individuati tramite sorteggio”.
L’Università in queste ore ha scritto al ministero dell’Istruzione: dateci voi i tre nomi per rifare il concorso, “poi procederemo spediti”.
ps: Insomma, una provocazione. E un gran pastrocchio.