Quel clima velenoso che fa male a politics e policies

Un clima velenoso, surreale e deprecabile che va combattuto con l'arma della civiltà. Dopo l'invio di una busta con un proiettile recapitata alla segreteria dell'assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, resta in bocca quel succo gastrico tipico di quando all'orizzonte si intravede una burrasca.

Troppo facile restare con un passamontagna in testa e mandare certi segnali mafiosi: se qualcuno ha qualcosa da dire lo dica ufficialmente, apertamente e con argomenti robusti a supporto, se ha coraggio e competenza.

Invece i nuovi barbari che popolano le nostre terre si nascondono dietro una busta, minacciano, fanno come i bravi di Don Abbondio. Dopo la solidarietà che va espressa senza se e senza ma a Paolucci, serve ripartire. E farlo bene.

La politica è chiamata, dunque, a dare l'esempio. Si sforzi di elevarsi, di essere davvero con la P maiuscola, di indicare una rotta verso lidi sicuri, che porti alla scoperta di nuove terre e di nuovi occhi. In questo modo, e solo in questo, sarà possibile stanare le mele marce, sanzionare i farabutti, educare le masse troppo spesso sgrammaticate, sciatte e abuliche.

E'la civiltà l'unica risposta alla violenza e al buio del medioevo 2.0 in cui siamo piombati. E dove si trova la migliore esplicazione sociale della civiltà se non nella politica? 

Su, non è facile, ma è possibile. (fdp)

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