Altrimenti si vota. Che poi è il sale della democrazia. E, quindi, non una minaccia, ma solo una logica conseguenza. Un modo per dirimere i nodi della politica. Roba normale in Paesi normali. Cioè, ovunque, ma non da noi, non in questa Italia, terra in cui il paradosso si fa consuetudine.
Altrimenti si vota. Che qui è monito che apre le prime pagine e i notiziari, disegnando l'imminente cupio dissolvi, l'addensarsi di guai e inimmaginabili sulle nostre povere teste: tragedia presunta, farsa reale. Così, eccolo raccontato e pure con dovizia di particolari inutili o fasulli il rovello del Colle. Sarà un governo del presidente o di scopo o di salute pubblica o di vattelappesca.
Tuttavia, lo chiamassero come gli pare, il fatto è che una maggioranza non c'è. A meno di un imprevedibile suicidio politico di Lega e Cinquestelle.
Se almeno uno dei due non ci sta, il governo -anche quello presunto del Quirinale - semplicemente non si fa. Lo scenario e persino l'epilogo è chiaro anche a chi non vuol vedere: a pentastellati e leghisti conviene il voto, a tutti gli altri no.
Per pentastellati e leghisti un governo di tutti sarebbe più dannoso di un terremoto, per tutti gli altri sarebbe ossigeno puro. Perché mai, perciò, i due vincitori politici del 4 marzo dovrebbero suicidarsi proprio non si capisce. Anche se si scrive e si dice.
Certo, ci possono provare anche senza di loro: ma si troverebbero i 50/70 "responsabili" necessari? E, soprattutto, con il Movimento e con la Lega all'opposizione quanto respiro avrebbe un tale esecutivo? L'unico governo possibile, in assenza di un accordo tra Di Maio e Salvini, e' perciò quello che porta dritti al voto. L'unico per cui proprio Salvini potrebbe rischiare in prima o per interposta persona. Con l'intento di autolanciarsi la volata e acchiappare il più possibile del centrodestra che fu. A entrambi andrebbe bene maggio 2019, meglio a ottobre prossimo.
Prepariamoci perciò ai fuochi d'artificio finali e a tutti i moniti possibili e immaginabili: della UE, del Fondo monetario, della NATO, degli USA, dei Mercati e pure del gruppo Bilderberg.
Prepariamoci anche ad una nuova stagione e a nuove aggregazioni. Con la scomposizione e ricomposizione di un sistema politico che non regge più. Dove, per fare un governo la maggioranza bisogna trovarla in parlamento. Altrimenti? Altrimenti si vota.
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