Né accerchiato da nemici interni, né avversato da media o poteri forti: semplicemente sembra che all'ex segretario del Pd sia riuscita (senza buco) forse l'ultima delle ciambelle impastate nel forno del Nazareno.
Dopo la pantomima del dialogo col M5S sui punti programmatici, poi naufragato nello studio di Fabio Fazio, pare che anche il Quirinale (oltre che mezzo partito) abbia la voglia matta di staccare la spina, non alle consultazioni, ma a Matteo Renzi.
Non solo si dice che una delle figure maggiormente ascoltate nel partito, come Dario Franceschini, sia sul punto di non rispondergli più neanche al telefono;
non solo i tempi “allargati” concessi a Fico erano direttamente proporzionali alla virata del Pd a trazione renziana verso il governo con i grillini;
non solo sarebbe stato lo stesso uomo di Rignano a indicare i punti programmatici al M5S, salvo poi fare marcia indietro;
non solo la linea notoriamente tenue ma rigorosa dal Colle si è spazientita da tanta ingestibilità.
Ora anche la consapevolezza, tutta intestina del piddì, di non poter più fidarsi di chi indica una via, la imbocca pretendendo fedeltà, per poi svegliarsi non solo fuori strada ma con il naso all'insù tipico di chi non si duole dell'errore.
E se anche i maggiorenti del Nazareno pare abbiano detto a mezza bocca “ci vediamo in assemblea”, allora la conta non potrà che tramutarsi in mattanza. E solo in quella. (fdp)
twitter@ImpaginatoTw