In questo caso la sveltina porta la firma di Giovanni Lolli, è lui il proponente della delibera che il 10 aprile scorso, alla presenza della new entry Giorgio D’Ignazio, ha allungato la vita al direttore generale dell’Arta, agenzia regionale per la tutela ambientale, Francesco Chiavaroli.
Sì, una sveltina bella e buona, e in questo caso il vice presidente Giovanni Lolli fa il copia-incolla delle volontà del presidente-senatore senza battere ciglio: con un tratto di penna cancella la frase con la quale si stabilisce che il direttore “decade comunque all’atto dell’insediamento del nuovo consiglio regionale” e consente così all’uomo di fiducia del governatore di restare al suo posto anche dopo la fine della legislatura.
Il contratto di Chiavaroli è stato firmato il 27 dicembre del 2016 ma poi la giunta, il 10 aprile scorso, ha aggiustato il tiro: nella delibera si fa riferimento a una sentenza della Corte costituzionale, la numero 20 del 2016, che stabilisce come “in presenza di figure tecnico-professionali, titolari di di funzioni prevalentemente organizzative e gestionali, responsabili del perseguimento di obiettivi definiti in appositi atti di pianificazione e indirizzo, deliberati dagli organi di governo regionale, non possano applicarsi i meccanismi della decadenza automatica richiamati nel contratto di lavoro”.
Una sentenza sulla quale la Regione si è buttata a pesce e che spiana la strada a chissà quante altre proroghe/sveltine.
ps: e in questo modo anche quando D’Alfonso alla fine se ne andrà, la Regione resterà piena di dalfonsini. E il cambio di marcia che in tanti si aspettano con la guida di Lolli, purtroppo non ci sarà: questo è sicuro.
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