Se la sovranità è limitata, la democrazia è condizionata. Non si scappa. E questo accade, quando c'è un perimetro entro il quale è obbligatorio stare. Così sembrerebbe essere ancora per l'Italia, al netto di ogni ridicolo bla-bla. Da noi si vota, ci si divide, si litiga e persino ci si azzuffa, ma sempre dentro quel confine tracciato in tempi lontani e diversi. Forse bisognerebbe solo prenderne atto. Anche per non farci prendere in giro: siamo sempre liberi di decidere, ma soltanto se decidiamo di non cambiare davvero.
Abbiamo eletto il nostro Parlamento, abbiamo votato i nostri rappresentanti, abbiamo dato una chiara maggioranza assoluta ai Cinquestelle e alla Lega (ancor di più se ci mettiamo dentro FdI!) ovvero a chi proponeva un cambio radicale delle regole nell'Unione europea, a chi ha contestato le fallimentari politiche di rigore che hanno affossato il ceto medio e moltiplicato le povertà, a chi ha contrastato leggi inique (Fornero) e tasse insopportabili per scoprire, adesso, che non se ne può far nulla.
Perchè ogni santo giorno c'è qualcuno che ci spiega che non è possibile rinegoziare i trattati dell'Unione europea il cui rigore teutonico nessuno può intaccare; che neppure la politica estera può essere messa in discussione; che le ricette economiche possono solo essere quelle scritte e confezionate dal Fondo Monetario Internazionale.
Ce l'avessero ricordato, ci saremmo risparmiati la scarpinata e la coda ai seggi. Invece scopriamo solo adesso che l'Italia è ancora incaprettata. Che se si muove in autonomia si strangola.
L'ultima a dircelo chiaramente è stata la signora Lagarde, dell'Fmi, che ce l'ha comunicato con quel sorrisetto beffardo e tipicamente francese: dovete sbrigarvi a varare un governo che aggredisca il debito pubblico con una bella patrimoniale sulla casa di proprietà.
Per lei, che ha preso il posto di quel vecchio porcello di Stauss-Khan, è l'Italia il problema. Non gli Usa che di debito ne hanno uno stratosferico, inestinguibile pari a più di 20mila miliardi di dollari e pure in costante crescita. E nemmeno la Cina (12mila mld di dollari). Siamo noi a preoccupare. Dal che, le pressioni. Gli altolà. E referenti schierati.
Perchè, sia chiaro: il governo che verrà, quando verrà, sarà sempre benvenuto, purché all'interno del perimetro di cui sopra. Succube e deferente. Con l'Ue, con la Nato e con l'Fmi. Che, poi, sia istituzionale o del presidente o di salute pubblica, che si chiami multicolor o solo governissimo, poco importa. L'importante che tenga quasi tutti dentro. E gli italiani fuori.
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