Ma sì, hanno ragione forse quelli che alla fine fanno spallucce.
Quelli che promettono l'universo-mondo e poi non sanno aprire nemmeno la propria pagina facebook;
quelli che annunciano la rivoluzione e poi non sanno mettere ordine nemmeno nel proprio partito;
quelli che “tanto la colpa è sempre della magistratura” a cui anelare un giorno salvo poi bastonarla quando un provvedimento proprio non conviene;
quelli che vogliono portare le istanze del proprio territorio nei palazzi romani, ma poi come primo effetto collezionano magre figure;
quelli che hanno la spocchia tipica di chi in fondo non sa poi molto, ma quanto a illusioni sono davvero primi;
quelli che non ammettono il contraddittorio e fuggono a gambe levate dinanzi ad una telecamera;
quelli che, poveretti, non hanno mai calcato certi palcoscenici e nell'epoca del seggio alla portata di tutti si sentono qualcuno solo per il fatto di essere chiamati onorevole (anche se a Roma chiamano così tutti quelli che circolano in centro in giacca e cravatta);
quelli che hanno la faccia tosta di negare l'evidenza, sproloquiando e impartendo lezioni a chi, magari, ne sa più di loro;
quelli che mentre nell'antichità col bronzo si forgiavano armi e scudi, oggi usano quel materiale sul proprio viso.
Sì, quelli che hanno la faccia di bronzo di pensare che la faranno franca. Salvo poi svegliarsi il giorno dopo le elezioni.
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