Da risorsa su cui investire per il futuro, a zavorra da mollare fuori bordo. C'è un'aria strana attorno a Tua e alla gestione che il manico amministrativo ne sta facendo, come se la pelle di 46 dipendenti fosse di plastica e non di carne. Le ferite si sono aperte e anziché curarle, qualcuno ha pensato di metterci sopra dell'altro sale con le dichiarazioni rese ngli ultimi mesi.
E non può essere tutto un fuggi-fuggi verso nuove urne, un gioco macabro di scaricabarile che questo e quello fanno senza rendersi conto dello scenario complessivo. Profili professionali qualificati in un battito di ciglia sono passati dall'entusiasmo per un progresso lavorativo meritato all'oblio del licenziamento.
Chissà se ci sono mai passati da un quadro simile quelli che stanno decidendo in queste ore il futuro di Tua. Chissà se si sono mai trovati nella condizione di vedersi gratificati come una “risorsa per il futuro dell'Abruzzo” per poi scivolare nel buio.
Eppure lo scorso 7 febbraio in occasione di una conferenza stampa presso la sede della Tua a Pescara, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Società di Trasporto, Tullio Tonelli, del consigliere regionale con delega ai trasporti, Camillo D'Alessandro, e del dg di Tua, Giuseppe Alfonso Cassino, era stato il Governatore-Senatore in persona ad annunciare 79 assunzioni entro l'estate prossima alla Tua. Con queste parole: “È un bando che scommette su selezione e merito, sul successo della prova di tutti quelli che hanno una corrispondenza professionale, non drogato da possesso di titoli che mettono a riparo dalla selezione".
Il nodo è proprio questo: da risorsa a zavorra si può sempre passare, per carità, siamo tutti sotto il cielo. Ma non giocando sulla pelle (viva) di lavoratori e famiglie.
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