Se Atene piange Sparta non ride: perché il centrodestra d'Abruzzo è in panne? Alla domanda risponde Gianluca Zelli, fondatore del movimento Azione politica secondo cui in questa tornata elettorale è stata mancata un'occasione storica: nessuno nel centrodestra ha ammesso che qui si è perso.
E lo dimostrano i numeri che sciorina: “Abbiamo perso 5 collegi uninominali su 7, abbiamo perso il peso della rappresentanza abruzzese. Contavamo 6 parlamentari su 7; allo stato attuale ne abbiamo 3 e uno di questi è stato eletto in un collegio che non è quello di sua residenza e provenienza. Infine, abbiamo perso il primato regionale: oggi l’intera coalizione di centrodestra pesa meno dei Cinque stelle da soli. Dobbiamo ammetterlo e capire che i cittadini vogliono risposte”.
No alla politica delle piccole stanze, propone, anche perché di stanze ad oggi ce ne sarebbero rimaste davvero poche. Il quadro che esce dopo lo spoglio è disarmante: “La nostra terra stanca e costretta al voto di protesta”, ammette.
E il centrodestra abruzzese “ha perso l’occasione di esprimere il suo popolo più vero, di raccontare la propria condizione, di condurre la battaglia per la crescita, avendo affidato la strategia della composizione delle liste a uomini che le hanno coltivate come fossero personali orticelli”.
Ovvero “uomini a cui è stato permesso di costruire un progetto individuale e non condiviso e, soprattutto, in direzione contraria alla rappresentanza che la nostra terra avrebbe, invece, meritato”.
E'questa la ragione per cui non più tardi di un mese fa, alla luce della presentazione della squadra dei candidati di centrodestra alle elezioni politiche, aveva espresso chiaramente la sua posizione e quella del suo movimento.
“Il centrodestra – aveva spiegato annunciando di non voler dare nessun indirizzo di voto - ha gestito la fase delle candidature senza consultare o coinvolgere in nessun modo la base come, purtroppo, ha fatto troppo spesso negli ultimi anni. Noi siamo un movimento civico: non possiamo e non vogliamo prescindere dal confronto con i cittadini. Oggi, interpretando realisticamente e in maniera lucida e costruttiva il dato elettorale, dobbiamo ammettere di aver perso”.
E oggi si raccolgono i frutti: “Abbiamo consegnato l’Abruzzo al voto di protesta, al voto contro, a prescindere dal pensiero e dalla forza e dalla bontà delle proposte. Come Azione Politica sta facendo dalle sue origini, dobbiamo concentrarci su come migliorare il confronto tra le varie anime della coalizione e riportare la discussione sui problemi concreti. Basta con i giochi di potere fatti da pochi in piccole stanze, dobbiamo tornare ad ascoltare e a dare risposte ai cittadini di questa regione”.
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