Né gufi, né Cassandre: solo persone libere che richiamavano dai facili pifferai


La vicinanza al precipizio, tanto per il Pd quanto per Forza Italia, è una contingenza che in troppi hanno scelto di ignorare


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
06/03/2018 alle ore 13:41

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C'è un qualcosa di non scritto e di non detto in queste elezioni politiche. Un qualcosa che si annusava nell'aria, ben prima del 4 marzo. E' la fine di un ciclo, è il traguardo tagliato da un nuovo treno che è transitato nelle stazioni di tutta Italia: il convoglio anti pifferaio.

A bordo non ci sono solo quelli che stanno avvelenati perché esclusi dalle liste, ma persone libere e intelligenti che avevano da tempo capito come sarebbe andata a finire.

Uno degli analisti più lucidi in vita nel nostro Paese, Emanuele Macaluso, ha osservato che i membri della Direzione Pd “se hanno una dignità politica dovrebbero autoconvocarsi e licenziare il segretario, la mia sarà fantapolitica ma tutto mi sembra fuori dal mondo".

La sua riflessione si incunea in un panorama che è afono e abulico: cambiare pagina e aprire un dibattito vero e serio sono due azioni che non possono che andare a braccetto, tanto nel Pd quanto in Forza Italia. Hanno gli stessi problemi (i secondi da molto più tempo dei primi), ma entrambi fingono che "tutto va bene madama la marchesa", come disse alcuni anni fa un ex delfino.

E'la proposta politico-contenutistica italiana, e quindi di riflesso regionale, ad essere entrata in crisi anche per incapacità oggettiva di evolversi e di fare ciò per cui si è eletti: governare bene, leggere le situazioni, costruire nuove fabbriche, aumentare i posti di lavoro e migliorare il pil. Obiettivi falliti da tutti, in modo particolare in Abruzzo dove di dossier aperti e irrisolti ce ne sono a migliaia.

Si prenda quella straordinaria regione, così varia, così intrigante, così affascinante dall'Adriatico alla Marsica ma depressa e priva di moltissimi servizi essenziali. Una parte politica si è definita migliore, e più capace di essere campioni.

Ma oltre ai tagli di nastro null'altro si è visto: e nelle urne i cittadini hanno risposto a quel tipo di amministrazione politica. Poco cambia se a certificarlo siano intellighenzie o dati del Viminale, tanto evidente è la cosa.

Dall'altro lato poca verve, condita dal pasticciaccio brutto brutto di Teramo, con lotte intestine che logorano segreterie e caminetti. A che pro?

Tra l'altro, lo ha scritto ieri sul proprio profilo facebook, l'ex deputato del piddì Maria Amato: “E oggi si scopre che quelli definiti gufi altro non erano che persone libere che invitavano alla riflessione e al confronto prima del precipizio”. Chi dimostra il contrario?

 

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