Chi ha perso le elezioni (anche o soprattutto) in Abruzzo? Il centrosinistra, con il Pd di Renzi che rimane primo partito solo in Toscana (30,68%) e qui arranca al 14,4%. Mentre altrove si rispecchia la media nazionale del 18%, o poco più.
Un vero terremoto, tenendo conto che alle europee del 2014 il Pd passò dal 26,1% al 40,8. Un'altra era geologica, un'altra Italia, un altro Abruzzo.
E c'è chi adesso sul territorio chiede che i responsabili paghino dazio. L'assessore regionale Donato Di Matteo, che già due settimane fa aveva lasciato la barca del piddì regionale, chiede la testa del governatore. E osserva: "Il risultato del Pd e del centrosinistra in Abruzzo è stato più negativo di quelle che potevano essere le previsioni e del risultato nel Paese, e per questo credo che il presidente della Regione D'Alfonso abbia un'unica strada che è quella delle dimissioni per lanciare un segnale di serietà dopo la sconfitta, dando dimostrazione di umiltà e di coerenza di fronte a questi risultati".
Ma come si è giunti a questi numeri? Secondo Di Matteo il risultato è figlio “di chi ha governato con arroganza la Regione”. E' stata sbagliata “l'impostazione perché non si capito quale è il ruolo dell'amministratore regionale e oggi ne paghiamo le conseguenze con una sciagura a livello politico".
Anche Forza Italia attacca D'Alfonso. "Io credo che D'Alfonso che si e' candidato al Senato, se eletto come penso, credo che sia giusto e opportuno che si dimetta – osserva Nazario Pagano - . Nella vita politica funziona così. Se ti candidi per fare una cosa e poi ad un certo punto per tue scelte rinunci a fare quello che stavi facendo prima e che ti hanno demandato a fare i cittadini, è giusto che ti dimetta senza soluzioni levantine per tentare di tenere in piedi una Giunta che si tiene in piedi con lo scotch".
E'un fatto, non soggettivo ma ancorato squisitamente a numeri, che il Pd ha fatto peggio che in passato: il 33% nel 2008, il 22% nel 2013 fino al 14% di ieri.
Un crollo costante e preciso che ha una sua ragione. Il segretario del Pd Matteo Renzi si dimette fisiologicamente in queste ore, con Franceschini, Gentiloni e Delrio a giocarsi la carta Nazareno.
E nelle regioni quando ci sarà il passo indietro?
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