Se abbiamo in qualsiasi modo sperimentato il freddo di questi giorni e realizzato anche che siamo a marzo, credo sia lecitamente insita voglia di primavera in ciascuno di noi.
Personalmente ho sempre creduto che la primavera sia un modo d'essere, o almeno uno “state of mind”, una condizione temporanea di apertura alla novità.
Di germogli che sbocciano, fragranze fresche e colori tenui, si caratterizzano quelle giornate che hanno il compito di ricordarci e sollevarci dalla ciclicità del tempo, di ritemprare anche l'affanno del vivere con un tiepido sole.
Inutile dire che la natura predominante dell'Abruzzo, offre scorci e panorami mozzafiato; dipinti e fotografati da tanti, ma che valgono comunque sempre un viaggio, perchè la spettacolarità di un territorio come il nostro, sta nel continuo armonioso mutamento circostante di cui sovente siamo inconsapevoli spettatori.
Il vino di oggi ricorda la primavera. La ricorda nel colore, nel sapore, ma prima di tutto nell'etichetta, che tanto rimanda ai quadri di Annunziata Scipione (Tossicia -TE-, 1928) e tinge della leggerezza dell'animo le idee, per questo credo che vada comunque raccontato.
Diversamente dal solito e poiché ci trovo un messaggio assolutamente positivo ed ottimista, stavolta voglio svelare subito il nome: “Giocheremo con i fiori” Pecorino DOC 2016 di Torre dei Beati. Il colore è cristallino di un giallo paglierino con slanci dorati, con una buona consistenza. Al naso l'impatto è intenso e complesso.
Se all'inizio prevalgono le note agrumate, poi emergono l'erbaceo dei campi e delle ginestre che si esprimono virando anche verso la fresca pungenza dell'acacia. Definisce pienamente il concetto di fragrante, laddove lo si voglia associare non ai sentori legati ai ai lieviti e al pane, ma alla freschezza e piacevole durezza dei vini bianchi, il tutto calibrato da una buona sapidità e una giusta nota alcolica. Persistente in bocca esprime un'eleganza ricercata e nobile, credo che si possa accompagnare adeguatamente ad un risotto con asparagi e scampi.
L'azienda di circa 20 ettari, lavora secondo le direttive europee per la produzione di biologico, è sotto la guida dei coniugi Adriana e Fausto, che hanno sposato l'idea di una viticoltura che rispetta i naturali cicli vitali accogliendone la variabilità come nuova sfida e lezione d'esperienza.
Le vigne sono localizzate nel territorio di Loreto Aprutino (PE), già città dell'Olio, una zona ampiamente vocata all'agricoltura, un angolo di regione che guarda al cielo e all'alternarsi delle stagioni come risorsa nell'attesa che da germogli, si passi alla fioritura, poi ai frutti e alla raccolta.
“Giocheremo con i fiori” diventa oltre che il nome di questo bel vino, anche un augurio. L'auspicio di una ripartenza, dello schiudersi di nuove opportunità, del rinascere e francamente mi auguro che questo augurio diventi realtà per quanti ne hanno bisogno... allora alzeremo i calici e faremo festa!
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