Tutti a twittare sulla neve. Bello, bellissimo. Se non fosse che la politica ha l'obbligo di occuparsi anche di altro, oltre che del legittimo sollazzo.
Il caso dell'ex assessore dell'Aquila Pappalepore (che su Fb ha scritto: «Offro il mio voto per un posto letto in ospedale») svegli dal torpore “utrasocial” la politica, perché torni a lavorare pancia a terra per il territorio.
E invece in comizi, post elettorali, cene di raccolta fondi, chiacchierate tra i corpi intermedi, dei programmi neanche l'ombra. Come se raccontare perché si chiede il voto fosse diventato un optional. Nei territori è tutta una corsa alla polemica personale.
Piddì contro M5S, destra contro Boldrini, Potere al popolo che non si capisce bene cosa voglia dire rispetto a Leu o agli scissionisti che però annunciano (Grasso dixit) un nuovo soggetto unico della sinistra già il 5 marzo (ma come, vi siete appena scissi??).
Insomma, di visioni, problemi legati all'occupazione, alla fuga delle multinazionali, alla delocalizzazione, al turismo che non decolla perché l'alta velocità è un tabù (tramutatosi negli anni in tara mentale) proprio non si discute.
Il motivo? Troppo scomodo andare a studiare paper e analisi, raccontarle “pane e salame” alla gente, che invece vuole solo rinfreschi e un cordiale, sostiene qualcuno. Sarà, ma quel post su facebook dice l'esatto contrario.
Dice che la gente è stufa di promesse da buontemponi e programmi irrealizzabili, è stufa di tagli di nastro su cantieri che non saranno mai ultimati, è stufa di vedere treni soppressi per colpa della neve, è stufa di dover prendere un'auto per andare da Pescara a Roma, è stufa di vedere che nei Balcani come nel Mediterraneo la partita per fare pil e posti di lavoro la vincono sempre gli altri, è stufa di farsi sorpassare finanche da Albania e Bulgaria in alcune classifiche europee (al netto della mini ripresa che c'è).
«È per mio padre, colpito da un’ischemia» ha scritto in quel post Pappalepore. La Asl dice che il problema è stato risolto, l’uomo infatti è stato ricoverato.
Resta (a noi) il problema della politica, che non è ancora risolto. Nè, c'è da scommetterci, lo sarà dopo il 4 marzo. A meno che...
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