Carne in cambio di pezzi per automobili? E' una semplificazione, certo, ma è uno dei passaggi che riguardano l'accordo commerciale tra Ue e Mercosur. E' un accordo su cui si discute da anni e che dopo uno stop è ripreso nel 2010 per un diverso accesso di merci al mercato eurolatino, per servizi e appalti pubblici.
Con in grande evidenza la vendita di manzo in Europa e di prodotti per il settore automobilistico in sudamerica.
In Italia il mondo dell'agroalimentare è fortemente preoccupato, con alcune associazioni di categoria che da tempo hanno lanciato l'allarme sui rischi di una possibile invasione di carne brasiliana nel nostro paese, con il Made In Italy che potrebbe farne le spese. Il riferimento è al possibile arrivo di 90mila tonnellate di manzo brasiliano annuo in Europa senza dazi (quindi con un prezzo fortemente concorrenziale rispetto a quello italiano), dato che quel mercato da un punto di vista quantitativo è il più grande del mondo.
Di contro, la tesi sostenuta da Bruxelles e ai tifosi dell'accordo è che, all'indomani delle problematiche legate al Ceta e alla crescita esponenziale della Cina, se l'Ue non sarà in grado di raggiungere un accordo con un comparto altamente strategico come i Paesi del Latino-America, rischierebbe di essere tagliata fuori dalle nuove strategie commerciali dei prossimi 30 anni.
Ma se sul settore tessile e chimico si è vicini ad una intesa, così come negli appalti pubblici e nell'accesso al mercato, è proprio il food al centro di dibattiti e discussioni. In Svizzera ad esempio l'unione dei contadini ha disertato un incontro sul tema. Mentre il ministro dell'economia Johann Schneider-Ammann vuole accelerare la firma, gli agricoltori no. E in occasione del meeting promosso pochi giorni fa a Berna l'Unione svizzera dei contadini (USC) ha dato forfait.
Lo stesso ministro italiano Maurizio Martina ha detto che l'accordo Ue-Mercosur è “insoddisfacente per il nostro agroalimentare e credo si debba valutare la possibilità di porre il veto".
Chi tifa apertamente perché si giunga al più presto ad un accordo è l'Eliseo: il presidente Macron infatti lo ha ribadito all'omologo argentino Macri, ricevuto in visita ufficiale due settimane fa a Parigi, anche perché le relazioni commerciali tra le due fazioni risalgono all'accordo di cooperazione bilaterale firmato nel 1999.
Tra l'altro Macron con questa mossa effettuerebbe un'altra fuga politica in avanti mentre Angela Merkel è in ritardo su molti fronti, in quanto impegnata nelle trattative per il governo tedesco che l'hanno tenuta lontana dalla scena internazionale.