Franco Iezzi, perché non è più Presidente del Parco della Majella?
Il mio mandato è scaduto lo scorso 25 novembre, non era prevista una conferma automatica ma una procedura da attuare tramite la Regione e le commissioni ambiente di Camera e Senato. Francamente non so se mi riproporrò, magari lo farei solo per bypassare una certa ostilità puerile che il Governatore d'Abruzzo ha avuto nei miei confronti.
Motivata da cosa?
Non saprei. Segnalo solo che durante la fase acuta dell'incendio del Morrone, nel tentativo di coprire responsabilità circa la mancata manutenzione dei boschi, si inventò che la colpa della diffusione delle fiamme era del Presidente del Parco della Majella che era "allergico" alla corretta gestione del sottobosco e che per questo sarebbe stato sostituito con un altro “meno allergico”. Forse interpreta il suo ruolo di Governatore in un modo un po'particolare, ritenendo che tutto giri attorno alla sua persona.
E'vero che non sono state gradite le sue attività relative alla Majelletta?
Un parco è un soggetto istituzionale che risponde solo a logiche dettate da leggi e regolamenti, non al gradimento del singolo individuo. Mi riferisco all'impianto di innevamento artificiale che è un'azione non da poco: l'acqua, per dirne una, dove la si prende? Qualcuno intende per caso prelevare l'acqua potabile? Se il Presidente di un parco autorizzasse il prelievo di acqua potabile per un impianto artificiale verrebbe arrestato il giorno dopo. Per questo ho ragionato con alla base uno studio preliminare e senza pregiudiziali verso nessuno.
Cosa è accaduto sul Morrone?
La scorsa stagione è stata una delle estati più torride che si ricordi e ci è costata 175mila ettari di terreno andati in fumo, mentre la media degli anni precedenti era di 40mila. Tanto per immaginare di quale straordinario evento stiamo parlando. I 2000 ettari abruzzesi rappresentano una piccolissima parte.
Il Governatore a settembre aveva promesso di chiedere al Ministro Galletti il rimborso delle spese sostenute dai comuni e sopratutto il necessario finanziamento delle opere necessarie per il ripristino/recupero delle aree interessate dagli incendi: quei soldi che fine hanno fatto?
Hanno fatto la fine di tutte le promesse del Governatore. Non sapeva egli stesso che il 23 luglio di quell'anno aveva emanato un provvedimento regionale che, tra l'altro, prevedeva l'intangibilità del sottobosco. Ad oggi siamo in attesa dei piani di gestione, che ogni Comune deve approntare, preso atto delle caratteristiche del proprio bosco. Mentre una quarantina di Comuni hanno presentato i propri piani, la Regione ne ha approvati appena due. Quindi non solo la Regione è rimasta senza uno strumento esecutivo di azione, ma nel Piano di Sviluppo Rurale la Regione stessa ha messo due soldi per la manutenzione del sottobosco, tre milioni per tutto l'Abruzzo. E, cosa ancor più grave, non ha mai approntato il bando per le iniziative da assumere per riparare le aree incendiate con azioni ad hoc.
Perché?
Forse perché poi bisogna scegliere e i denari non sono mai abbastanza.
Che cosa si è rotto in Abruzzo tra obiettivi e realizzazioni rispetto alla prima repubblica? In Abruzzo avete avuto Remo Gaspari, ministro per 17 volte...
Non solo Gaspari. Mi piace citare il poco ricordato Lorenzo Natali, cresciuto all'Aquila, che fu ministro dei lavori pubblici quando si decise di fare le autostrade in un momento storico decisivo per le sorti della nostra regione. Inoltre fu indicato dal governo italiano come membro della commissione delle Comunità europee, come vicepresidente della commissione e commissario per l'energia, l'ambiente e l'allargamento nell'ambito della Commissione Jenkins. E in seguito fu vicepresidente e commissario per le politiche mediterranee, l'allargamento e l'informazione nella Commissione Thorn, fino a essere commissario per la cooperazione e lo sviluppo e l'allargamento nell'ambito della Commissione Delors I. Un'altra storia.
Come disegnare visioni e strade per l'Abruzzo del domani?
Guardo alle altre nazioni dove vedo programmazione e strategia, poi penso alla nostra terra e mi accordo che moltissimo c'è ancora da fare. Quanto sarebbe interessante una metropolitana leggera che colleghi in mezz'ora Roma all'Abruzzo: favorirebbe i pendolari e in una manciata di minuti unirebbe le due sponde di Adriatico e Tirreno. Un sogno?
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