“La Corte Costituzionale con sentenza del febbraio 2017 ha confermato tutti i dubbi di legittimità costituzionale sollevati e, chiamando la Regione a rideterminare il bilancio dell’esercizio 2013 in modo da accertare il risultato d’amministrazione secondo canoni costituzionalmente corretti, ha dichiarato l’illegittimità di diversi articoli di altrettante leggi”.
Sono le parole del Presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per l’Abruzzo, Tommaso Miele, inaugurando l’anno giudiziario 2018.
Nella sua relazione ha dedicato ampia attenzione ai controlli sulla Regione Abruzzo. Nello scorso maggio il Consiglio dei Ministri ha rilevato profili di illegittimità costituzionale della stessa legge 16/2017. Cosa significa?
Secondo la Corte dei Conti regionale nel bilancio di previsione pluriennale 2016-2018 ci sono “inadempimenti reiterati e notevoli ritardi accumulati dalla Regione nel dare attuazione agli obblighi di resa dei conti, più volte messi in luce in passato”. Miele nella sua relazione ha aggiunto che “sussiste una limitata possibilità di verificare pienamente l’attendibilità, la coerenza e la congruità delle poste in bilancio, stante l’assenza di rendicontazione pregressa e recente alla quale fare riferimento”. Mancherebbero quindi le famose pezze di appoggio.
Inoltre ha osservato che “la programmazione non dà soddisfazione al dettato normativo perché basata su situazioni presunte, posto che, alla data di presentazione del DEFR al Consiglio regionale e per tutto l’iter d’approvazione del bilancio preventivo 2016, l’Ente non aveva ancora provveduto all’approvazione del rendiconto di gestione dell’esercizio 2015, e neanche di quello dell’esercizio 2014”.
Parole che di fatto bocciano la gestione amministrativa da parte della Regione Abruzzo che si sommano alle valutazioni avanzate sul bilancio di previsione 2016 che secondo Miele è affetto da una “radicale disattenzione per la riforma dell’armonizzazione nel suo complesso; in particolare, fallisce l’obiettivo di essere il punto di partenza per il riallineamento del ciclo di bilancio e per l’adeguamento ai principi dell’armonizzazione”.
Sul bilancio di previsione 2017-2019 altro macigno della Corte dei Conti. Miele sottolinea che è stato “concepito e redatto mediante parziale utilizzo di valori meramente presuntivi, privi cioè del necessario connotato della certezza”.
Se a questo scenario si aggiungono i dati sull’indebitamento regionale al 31 dicembre 2015 ovvero 1 miliardo e 335.551 euro (che, anche se in diminuzione, resta un macigno oggettivo sul futuro degli abruzzesi) si ha un panorama d'insieme a tinte fosche per il territorio abruzzese e i suoi conti.
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