Inferi di Marramiero, come quegli amori di gioventù che ti esaltano e poi ti condannano


È un rosso, da uve di Montepulciano, profondo nel colore rubino impenetrabile, con lievi sfumature granato


di Samuela Palatini
Categoria: Avvinato
20/02/2018 alle ore 10:14

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L'associazione vino-amore è cosa nota e talvolta banale. Lo è forse ancor di più se riproposto nel post San Valentino assieme ad una serie di melensi pensieri rivolti all'idillio sentimentale. Invece va detta con estrema franchezza che, più spesso, al vino è stata affidata l'arte consolatoria dell'apparente dimenticanza, il compito sempre gravoso di alleviare i patimenti d'animo.

Negli “assoluti” che la vita ci riserva, solitamente gli amori giovanili detengono picchi di euforica follia, così come quelli di disperazione, quasi che ci si voglia convincere che sia quello, l'estremo massimo che ci è concesso. Non è così. Aggiungerei fortunatamente.

La vita si ostina a riproporci con una stagionalità ricorrente innamoramenti, disamoramenti e conciliazioni, e in questi cicli sentimentali, esiste solitamente per tutti un sottofondo avvinato che li rende più romantici.

Il vino di oggi ha avuto nella mia vita esattamente questo ruolo.

Lo conosco ormai da qualche tempo ed è sempre uno sguardo intinto di una punta di pàtos quello che ne intravede l'intensità di colore e i sentori nel calice. È un rosso, da uve di Montepulciano, profondo nel colore rubino impenetrabile, con lievi sfumature granato. I profumi sono dolci, di ciliegia e frutta rossa, di more; così come quello leggero di cioccolata e della suadente vaniglia. In bocca è secco, caldo e morbido. È un vino con un corpo ed una identità ben definita, con i tannini finemente levigati dalle botti di rovere. Impareggiabile per equilibrio ed eleganza .

Può accompagnare egregiamente i piatti più ricchi della cucina tradizionale abruzzese, così come la selvaggina e le carni rosse.

Ha nel mio immaginario la dimensione della perdizione edonistica della temporalità. È proprio come quegli amori di gioventù che ti esaltano nella felicità e ti condannano poi, nel tentativo di dimenticarli. Non poteva esserci nome più adatto per ricordare il calore avvolgente di una passione, si tratta di Inferi di Marramiero, Riserva 2013.

L'azienda è localizzata a Rosciano (PE) costeggia il Tratturo Magno, antica via di transito in passato battuta dai pastori che dall'Appennino Abruzzese scendevano fino alle Puglie.

Il forte spirito identitario e la caparbietà tipica delle nostre genti, hanno fatto di quest'azienda un fiore all'occhiello nella produzione vitivinicola, con molti prodotti di eccellenza oltre al già citato Inferi, e penso agli spumanti metodo classico e alle riserve numerate. Quella di Marramiero è una visione avanguardista e anticipataria, che solo chi è perfettamente consapevole del potenziale delle sue risorse può avere, è per questo quindi che sono certa che oltre ad un forte attaccamento alla terra, ci sia sempre un importante lavoro e studio di quanti nel fare vino cercano l'optimum.

Confesso che questo è il vino di cui (e con cui) mi sono innamorata poco più che ventenne.

Non posso negare che abbia in me un importante valore evocativo: di nottate insonni, momenti di estasi e disperazione, che conservano ancora vivide delle emozioni.

Da adulti è cosa saggia chiudere e riconciliarsi con gli inferni d'amore e scegliere comunque sapientemente, come brindarci su...

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