È la furbizia la cifra dei Cinquestelle. Che però rischia di fregarli


Così cercano spesso di nascondere l'incapacità e persino la scarsa intelligenza di alcune scelte e proposte politiche



E' la furbizia la cifra del movimento 5Stelle. E che però, dopo averli favoriti, rischia adesso di fregarli, di allontanarne le pur elevate simpatie. Furbizia con la quale cercano spesso di nascondere l'incapacità e persino la scarsa intelligenza di alcune scelte e proposte politiche. Intendiamoci, niente di nuovo sotto il sole: la furbizia è una autentica specialità italica di cui la politica si è sempre pasciuta.

Ed è per questo che non fa difetto anche ai volenterosi neofiti pentastellati entrati nel Palazzo grazie al teatrale 'Vaffa' che Beppe Grillo pronunciò nelle piazze cinque anni fa. È la furbizia che ha consentito ad alcuni ignoti di cogliere una opportunità prima di altri. Che li ha fatti saltare a pie' pari su quell'ascensore sociale altrimenti inarrivabile.

Un terno al lotto, una tombola, una lotteria: chiamatela come vi pare, ma è stata quell'occasione colta al volo, è stato quel successo improvviso e pure imprevisto che sta alla base dei dolori odierni dei seguaci di Grillo e Casaleggio. Che, naturalmente, sono i furbi più furbi di tutti. Unico esempio al mondo di leader che stanno alla guida del loro movimento politico senza aver mai neanche pensato di candidarsi alle elezioni.

Che tenutisi stretti fama e onori hanno quindi delegato ogni onere al giovane Giggino Di Maio, nominato capo politico e subito adibito al disbrigo dei problemi correnti. In effetti, dopo l'attimo di iniziale euforia, Giggino è stato costretto all'angolo: dalla pasticciata storia dei rimborsi, delle donazioni e della caduta massoni, tutto sembrò congiurare contro di lui. Storie italiane, storie comuni. Storie di evidente furbizia nelle selezione dei candidati così come nelle sottrazioni e nei silenzi sui tanti denari occultati.

Giggino ha provato a svicolare, a reagire strizzando l'occhio ai giovanissimi elettori -i più suscettibili e sensibili- battendo ancora sul tasto dei costi della politica. Ecco perciò formulata la richiesta a tutti gli altri partiti di firmare la proposta di dimezzamento dello stipendio dei parlamentari.

L'ennesima furbata. Che d'acchitto sembra cosa buona e giusta, che solletica il consenso e pure qualche entusiasmo. Ma che, in verità, è una proposta pericolosa. Un'idea del tutto sbagliata che parla alla pancia, all'umore popolare e non al cervello. A meno che Di Maio e i Cinquestelle non vogliano che la politica sia fatta solo da chi i soldi ce li ha già. Più che una furbizia, una stupidaggine.

 

 

 

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