Ecco come cambierò Pescara se sarò eletto al Senato (in Forza Italia): parla Masci


E attacca il governatore: "Si è sistemato, lascia la Regione in deficit e in mezzo ai guai. E'stata una figura divisiva e respingente"


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
14/02/2018 alle ore 15:37

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“Non esiste in Italia città che abbia la fortuna di avere questa spiaggia: manca una strategia che faccia diventare Pescara una città di attrazione per un turista che non sia mordi e fuggi”.

Carlo Masci, candidato al Senato in Forza Italia, è uno di quei politici che hanno fatto la vecchia trafila. Nato in una lista civica, "Pescara Futura", è stato consigliere comunale, più volte assessore, e padre della prima lista civica regionale chiamandola "Rialzati Abruzzo con Chiodi Presidente/Abruzzo Futuro" scegliendo di sostenere Gianni Chiodi presidente.

 

PESCARA MON AMOUR

La ricchezza di Pescara è lo stabilimento non l'albergo, osserva, che invece come riferimento turistico si è sviluppato più su Montesilvano. Pescara ha una vocazione commerciale che si è sviluppata nel corso dei decenni, sia del commercio al minuto che di quello all'ingrosso. Noi avevamo un ingrosso tra i più importanti di tutta l'area centrale e del centro sud. Anche quello è stato soffocato dai centri commerciali nati a ridosso di Pescara”. Oggi questa è una grande città che parte da Città Sant'Angelo e arriva a Francavilla.

Per questo si ragiona sulla "Grande Pescara": un unico grande contenitore che diventa competitiva come città del Centro Italia, ma la sua ambizione Pescara ce l'ha “da quando Acerbo e d'Annunzio hanno deciso che questo piccolo borgo doveva diventare una grande città”.

E osserva: “Siamo nati intorno al Futurismo quindi manteniamo questa caratteristica. Che un po' si riassume in una frase: Nu sem nu (Noi siamo noi). Questo è il pescarese: grande cuore, grande ambizione, anche abbastanza velleitario qualche volta. Perché Pescara è una grande mamma che attrae chiunque arrivi”.

Ma cosa pensano il territorio di un candidato che in città ha attraversato tutte le tappe? “Certamente chi vede me candidato la prima cosa che pensa è: è stata candidata una persona realmente su questo territorio. Io ho vissuto per più di 20 anni un'esperienza civica che si è allargata fino alla Regione. Io con la mia lista civica ho eletto nel 2009 tre consiglieri regionali tra cui me stesso. Io ho fatto l'assessore ma sempre con una lista civica che è arrivata a prendere 42500 voti in Abruzzo e poi ho deciso di fare la scelta di Forza Italia e l'ho fatta nel momento più difficile, due anni fa, quando Berlusconi era stato condannato, era stato messo fuori dal Parlamento con un'operazione di Palazzo vergognosa, si era operato al cuore e quindi si pensava dovesse smettere di fare politica, e FI si trovava più o meno al 10%”.

 

FORZA ITALIA

Questa scelta, spiega, l'ha fatta perché tutti questi episodi lo hanno convinto del fatto che bisognava fare una battaglia di libertà dentro Forza Italia, che era il partito che negli anni aveva sempre dimostrato un'attenzione particolare alla libertà della persona. “Oggi il problema dell'Italia è questa oppressione, noi viviamo tutti in una cappa fiscale, di controlli esasperati nei confronti del cittadino, di mancanza di sicurezza e tutte queste cose ci fanno pensare che l'Italia stia sprofondando. Sicuramente non è stata una scelta di convenienza, ma una scelta che mi veniva da un afflato morale”.

E sulla lista al Senato spiega che davanti ha il sindaco di Pratola Peligna che è anche candidata all'uninominale e quindi venendo eletta lì lascerebbe il posto al terzo candidato. Questo cosa vuol dire? “Che io mi sto giocando la partita del secondo senatore del centrodestra che sicuramente esprimerà in Abruzzo due senatori al proporzionale, Nazario Pagano e il secondo che uscirà fuori dalle percentuali”.

 

ABRUZZO: E IL DOMANI?

In Abruzzo c'è una grande potenzalità turistica che nessuno riuscie a sfruttare per questo atavico isolamento che se adesso è superato dalle infrastrutture stradali, non purtroppo da quella ferroviaria. “Nel collegamento con Roma siamo deficitari, a causa di questa struttura morfologica che è ovviamente complessa, con queste montagne che sono la nostra ricchezza ma che diventano anche il nostro problema. L'investimento sul turismo noi dobbiamo decisamente incrementarlo ma soprattutto in termini di comunicazione delle potenzialità di questa regione perchè oggi noi abbiamo stazioni sciistiche che sono tra le migliori di Italia, ma non abbiamo purtroppo abbastanza turisti, perchè non si rendono conto di cos'è l'Abruzzo. Se all'esterno arrivano le notizie del mare inquinato, delle tragedie delle montagne che abbiamo vissuto, un turista sceglie di andare altrove. Dovremmo potenziare la nostra comunicazione per riuscire a far passare messaggi positivi”.

 

ALTA VELOCITA', MA NON QUI

Dall'alta velocità siamo stati tagliati fuori, purtroppo questo è un discorso che si potrà riprendere non prima di 10 anni. Noi abbiamo bisogno di restringere le distanze attraverso i mezzi di comunicazione che sono quelli ferroviari su cui si sta sviluppando tutta la dorsale tirrenica con l'alta velocità. Un discorso che va assolutamente ripreso affinché pescara possa trovare questa capacità di collegamento non soltanto attraverso l'aeroporto che è dentro la città praticamente. (questa è un'altra caratteristica unica, non esiste un aeroporto che sta a 5 km dalla città).

 

IERI CONTI IN ORDINE, OGGI...

Nel governo Chiodi è stato assessore al bilancio. “Quando siamo arrivati ci siamo trovati di fronte ad una situazione fallimentare, l'Abruzzo era fallito, era una regione commissariata, una regione canaglia, con i conti della sanità in dissesto, mediamente la gestione della sanità e del bilancio regionale perdeva dai 500 ai 600 milioni di euro l'anno”.

Poi in 5 anni e mezzo “abbiamo rimesso in ordine tutti i conti, la regione in 5 anni non ha fatto un euro di deficit, abbiamo pagato tutti i debiti che avevamo anche quando c'è stato il terremoto”.

Quindi a”bbiamo anche mantenuto una credibilità che in passato avevamo perso, tant'è che dopo 5 anni e mezzo abbiamo riconsegnato una regione che da canaglia era diventata virtuosa perchè eravamo una delle 4 regioni che manteneva il pareggio di bilancio in sanità, che pagava i fornitori in 60 giorni”.

E precisa: “Noi abbiamo consegnato a D'Alfonso una Regione sana e lui va via prima della scadenza del mandato in maniera scorretta perchè chi assume un impegno con i cittadini deve mantenerlo fino alla fine”. Perché va via? “Perché sa di non poter mantenere gli impegni che ha preso, perché sa che la regione è in grandissima difficoltà, perché sa che ormai c'è un imbuto di tante promesse che si stanno incalanando e a cui deve dare attuazione, dare risposte che non potrà mai mai dare e quindi scappa, lasciando questa regione in mezzo ai guai”.

 

IL BUCO IN SANITA'

Già, i bilanci della sanità: sono tornati in negativo. Parliamo di 100 milioni di euro di deficit per quest'anno, appena iniziato. “L'anno scorso la sanità ha chiuso in passivo quindi quel trend positivo che noi avevamo instaurato oramai è finito. Noi siamo stati l'unica regione nel 2012 e nel 2013 a riuscire ad abbassare le addizionali Irpef. Abbiamo restituito ai cittadini abruzzesi 70 milioni di euro, perché il Mef ci ha autorizzato a diminuire l'addizionale grazie ai conti in ordine. Poi è arrivato D'alfonso che quei 30 milioni di euro del 2013 li ha bloccati, se li è ripresi nel bilancio regionale e li ha spesi secondo le sue direttive. E qui mi ricollego al discorso nazionale della riduzione delle tasse: quando Berlusconi parla di Flat tax dice che lui è in grado di ridurre le tasse per rilanciare l'economia. Ecco, noi in Abruzzo questo segnale lo abbiamo dato, quindi è possibile darlo. Io ho fatto l'assessore al bilancio 5 anni e mezzo e ho fatto una promessa ai cittadini, mantenuta al 100 %”.

 

POLITICA E COLLEGIO

Il discorso della politica staccata dal territorio e staccata dal cittadino è direttamente proporzionale al fatto che il cittadino non si riconosce perchè vede politici distanti. “Noi abbiamo avuto Gaspari che è stato il simbolo dell'Abruzzo, oggi rivalutato anche dai suoi avversari. E' vero che ci sono formalmente molte realtà civiche, molte sono costruite ad arte per dare spazio anche a quei politici che erano nei partiti e che oggi non trovano più posto. Io ho ragionato in termini civici in un'altra maniera, cioè io sono nato civico nel '94, eletto in una lista civica, e ho mantenuto la mia lista civica per 22 anni”.

 

SU D'ALFONSO

E aggiunge: “Oggi quello che noto di D'Alfonso è che non riesce più ad essere il soggetto politico di riferimento per le inclusioni. Lui è sempre stato quello che è riuscito ad includere tutti nel suo ambito, oggi la gente fugge da lui e nascono realtà civiche per contrastare la sua persona e il suo progetto politico. La sua fuga dall'Abruzzo oggi sta delineando un nuovo discorso politico che viene fuori anche da realtà che erano all'interno del Pd che oggi stanno uscendo, per creare nuove forme civiche che sono funzionali ad un percorso lontano da d'alfonso: lui non è più l'attrattore, è un soggetto che è diventato respingente, non riesce più a tenere né i suoi né a tenere nascoste le problematiche che ci sono e che sono aumentate con la sua gestione e che esploderanno da qui a breve quando lui sarà già andato via”.

 

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