Come fosse un giro di valzer quello sui social in queste ore, in particolare, ha piuttosto il ritmo di un rock&roll acrobatico tra candidati, liste, promesse e recriminazioni. Tutti scrivono di tutto, su tutto e cavalcando di tutto e allora: famiglie in crisi, coppie che scoppiano, amicizie mandate al diavolo.
Per fortuna sarà una campagna elettorale almeno nei tempi contenuta altrimenti di stò passo era l’Italia a dichiarare guerra ad una delle due Coree tanti i nervi tesi da Aosta a Messina.
E così si finisce con l’affidare a qualsiasi social che respiri (!!) riflessioni altissime piuttosto che morbose curiosità passando per dibattiti spigolosi: uno tra tanti ha catalizzato la mia attenzione nelle ultime ore e pur traendo spunto da un discorso “nazionale” ci riporta dritti dritti in terra d’Abruzzo, dove infatti in parecchi ne chiacchierano.
Mi riferisco alle polemiche sollevate dai grillini per due direttori di testate giornalistiche assai importanti rispettivamente candidati per Forza Italia, Giorgio Mulè dir di Panorama, e per il Pd, Tommaso Cerno coodir di La Repubblica. I grillini gridano allo scandalo domandando al popolo di Face se si possa davvero parlare di indipendenza della stampa italiana rispetto a scelte del genere.
E gli abruzzesi, forti e gentili ma pure appicciafuoco a dovere (!!!) stanno inondando i profili ufficiali del M5S con un domandone: e Primo Di Nicola, ex direttore de Il Centro anche lui candidato con i cinque stelle? Non è di grido come gli altri due? L’essersi dimesso lo esenta da sto polverone?
I più moderati chiedono lumi (che detto tra noi tardano ad arrivare anche dalle voci locali del movimento di Grillo) laddove i più appiciafuoco, appunto, scherniscono il sempre declamato rigore a cinque stelle. Ma io dico, non ci vorrà mica una pergamena in scienza della comunicazione per intuire che il grande fratello della politica italiana è sempre in agguato, e allora…!
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