Undici anni. È il 12 marzo 2007 e la Forestale del generale Guido Conti consegna all'Europa la più grande discarica di veleni del vecchio continente. Terra verde e regione dei Parchi d'emblée l'Abruzzo si ritrova a pagare il conto del suo passato industrializzato: un passato recente che ha visto Bussi, paese emblema del polo chimico, perdere forza lavoro, intonaci cadenti relitti di un'opulenza che persiste nello squarciare una terra martoriata, impregnata di un rosso metafora che fa spavento.
SIN CITY
Paese schiacciato da un peccato di omissione verso la gente e il territorio, il Sin di Bussi, sito di interesse nazionale, attende ormai da troppo tempo l'avvio della procedura di bonifica dei suoi 232 ettari certificati. Anzi, attende l'approvazione di una linea da intraprendere e l'aggiudicazione di una gara di appalto per la bonifica che si trascina da più di due anni.
I report del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del Mare non lasciano spazio ad alcuna interpretazione: a oggi, è attiva solo la procedura della caratterizzazione di aree a terra del Sin; a maggio la ricostruzione dei fenomeni di contaminazione terra/falda era del 20%, a dicembre la caratterizzazione copre di poco il 50% del perimetro. Ma la caratterizzazione giunta a metà, non è certo un freno per l'inquinamento: le sostanze tossiche continuano ad avvelenare le falde a un passo dal fiume provocando danni fino a Pescara.
QUESTA BONIFICA S'HA DA FARE
Inghippi, gare d'appalto, carenze di fondi e individuazione del colpevole: tutto ha concorso a ritardare i processi. A maggio Ministero, Regione Abruzzo, comune di Bussi e Solvay, sanciscono tramite accordo di programma il passaggio delle aree oggetto di gara - aree esterne Solvay (discariche 2A e 2B e aree limitrofe) - dall'azienda al Comune.
Tutto questo per permettere l'espletamento della gara per la progettazione esecutiva e lo svolgimento dei lavori di bonifica. Era stato inoltre ridefinito, con decreto del ministro Galletti, il perimetro del Sin: è stata cosi esclusa un'area di 28 mila metri quadri, acquisita dal Comune e destinata ad attività di reindustrializzazione.
In quell'occasione per l'area Tre Monti e Piano d'Orta (ex Montecatini), il ministero ha chiesto a Edison di presentare il progetto dell'intervento di bonifica insieme agli esiti delle indagini eseguite. Inoltre, la Provincia di Pescara era stata sollecitata a concludere le attività di individuazione dei responsabili della contaminazione.
I CONTI NON TORNANO
Quarantacinque milioni di euro e spicci: tanto vale la gara d'appalto per la bonifica che era stata bandita ormai due anni fa da Adriano Goio, commissario di allora del bacino Aterno-Pescara, ma il primo febbraio dello scorso anno ci si accorge che i soldi non bastano: la dirigente ministeriale Laura D'Aprile (destinata alla Capitale nella direzione Rifiuti), il sindaco di Bussi Lagatta, il dirigente regionale Gerardini e il Dg dell'Arta Chiavaroli verbalizzano che il milione e mezzo mancante, «d'intesa» con il governatore Pd Luciano D'Alfonso e con il sottosegretario Mario Mazzocca, lo coprirà la Regione assicurando «piena disponibilità» come ha garantito anche il MATTM in una nota ufficiale di luglio.
CHI INQUINA PAGA
E deve rimuovere i rifiuti. La Edison deve presentare nuovi progetti entro il 20 febbraio, visto che meno di un mese fa il ministero dell'Ambiente ha detto no a quelli precedenti. Indicate le misure di prevenzione da parte della conferenza dei servizi istruttoria per Piano d'Orta quale la rimozione di una parte dei rifiuti, mentre per Bussi, il nuovo progetto dovrà essere depositato entro il 31 gennaio, con la previsione di rimozione dei rifiuti subito nelle aree Sud e Centro della discarica e di rimozione con desorbimento termico dai terreni inquinati più profondi per quella Nord.
LA GARA D'APPALTO
Nell'aprile dello scorso anno è stata affidata - in via provvisoria - al pool di imprese guidato dal colosso belga Dec-Deme e composto da Safond Martini Srl, Elios Ambiente Srl, Sidra Società italiana dragaggi Spa e Cooperativa San Martino soc.coop. Dal ministero sono certi che a breve dovrebbe arrivare l'aggiudicazione definitiva una volta acquisita dal Rup, l'ingegner Enrico Bentivoglio, l'integrazione richiesta di documentazione, ma i tempi biblici e i continui rinvii continuano ad avvelenare lo spirito, un destino che sembra non voler abbandonare la nostra terra.
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