Caso D'Amico, Teramo come specchio d'Abruzzo: i partiti con le mani nell'ateneo?


Richiesta di processo per il rettore e per il Preside di Scienze della Comunicazione Stefano Traini e per l'allora dg della Fondazione ateneo Mauro Mattioli


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
23/01/2018 alle ore 08:58

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Processate il Rettore dell'università di Teramo e Presidente dell'azienda regionale Tua Luciano D'Amico. La richiesta, dopo più di tre anni di indagini, viene dalla Procura (da parte del pm Davide Rosati) a proposito del doppio incarico finito sotto la lente della magistratura. Stessa richiesta per il Preside della facoltà di Scienze della Comunicazione Stefano Traini e per l'allora dg della Fondazione ateneo Mauro Mattioli. Indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato e peculato sono i reati contestati.

D'Amico per un periodo è stato contemporaneamente Rettore, quindi a tempo pieno come condicio sine qua non; Presidente dell'istituto musicale di Teramo; Presidente del Cda di Tua e prima ancora di Arpa.

E'da tre anni che in molti sostengono ci sia questa incompatibilità, perché di fatto i docenti universitari hanno innanzitutto una disciplina su quali mansioni possono svolgere, oltre all'attività di docenza stessa, contenuta nella legge 240 del 2010 all'articolo 6.

I professori, come è noto sono ordinari, associati e poi i ricercatori. Molte attività si possono svolgere nel momento in cui il docente è part time, mentre per il tempo pieno non è loro permesso.

Ricoprire alcune cariche, come rettore, componente del cda, direttore di dipartimento, comporta l'essere a tempo pieno. E il tempo pieno prevede che vi sia un obbligo nell'università di destinare 1500 ore di lavoro che, divise per sei ore al giorno, impegnano praticamente tutti i giorni della settimana fatta eccezione per il solo mese di ferie.

Rispetto a questo scenario, il docente universitario può svolgere alcuni incarichi universitari aggiuntivi, ma non può essere componente di un cda, a meno che non sia il cda di una società allineata alle finalità istituzionali dell'università. E di certo Tua non lo è, perché espressione della giunta regionale. Ne consegue che occorre un'autorizzazione ad hoc.

Ma chi è che non può ricoprire incarichi in questi cda? Coloro che sono a tempo pieno, mentre chi è a tempo definito può farlo, anche senza nulla osta, purché non eserciti attività di impresa.

Con il decreto legislativo 39 del 2013 è stata introdotta una norma in materia di anticorruzione nella Pubblica Amministrazione, e le università, fino a prova contraria lo sono (tranne quelle private). Ne consegue che, secondo quel decreto, chi occupa un ruolo verticistico all'interno della PA poi non possa essere contemporaneamente all'interno di consigli di società partecipate o controllate verso cui possano sorgere conflitti di interesse.

Non è Tua il conflito di interesse, in questo caso, ma potrebbero esserlo ad esempio delle fondazioni partecipate.

Ma c'è qualcuno in questa storia che si è disinteressato della norma in questione, facendosi costruire regole interne all'ateneo per poter giustificare la sua presenza? Oppure, si chiede più d'uno in Abruzzo, l'Università di Teramo è stata messa al servizio di un partito politico?

 

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