#BenedettaFollia (Regia: Carlo Verdone. Con: Carlo Verdone, Ilenia Pastorelli, Maria Pia Calzone, Lucrezia Lante della Rovere, Paola Minaccioni, Elisa Di Eusanio, Francesca Manzini, Piero Concilietti, Anna Ferraioli, Ciro Scalera, Margherita Di Rauso, Valentina D’Ulisse, Federica Fracassi. Genere: Commedia)
I puristi del cinema (io lo amo e basta e ci vado perché mi fa stare bene), quelli che sparano a zero sulle produzioni italiane a prescindere, già si scatenano a stroncare il nuovo film di Carlo Verdone: a dire che la sua vis comica si è esaurita con il trascorrere degli anni e che Benedetta follia è una commediola debole e addirittura volgare.
Il grande successo di questi primi giorni nelle sale dice però che il regista e attore romano attira moltissimo il pubblico, già con il suo nome.
Al cinema poi ho visto persone di tutte le età ridere con le lacrime e alla fine applaudire (nella Capitale però: come giocare in casa allo stadio Olimpico). Detto questo, non mi va di formulare un giudizio su Carlo Verdone. Io la penso così: uno come lui, con i personaggi che ha creato ed il suo legame stretto con il passato della commedia italiana, non si discute.
Certo, il film ha degli alti e bassi ed anche qualche situazione un po’ banale e rassicurante (il sul rapporto con la bella infermiera interpretata da Maria Pia Calzone). Ma la trama è divertente ed anche un po’ eretica (perfino troppo: ai limiti del non credibile).
Come sapete già dal trailer, il protagonista viene piantato dalla moglie dopo anni di matrimonio per una storia con la commessa del negozio che entrambi gestiscono. Non un negozio qualunque, ma di arte ed oggetti sacri e oggettistica per sacerdoti e suore. Guglielmo è un uomo retto ed impeccabile, influenzato nelle sue abitudini di vita dalle frequentazioni della sua attività.
Verdone è perfetto nell’interpretare un personaggio un po’ “pretesco”, impacciato nella vita reale, incapace di ricominciare dopo l’improvviso abbandono coniugale. A dire la verità il clero viene descritto con ironia sferzante: vescovi e seminaristi interessati al colore delle tuniche più che a questioni spirituali, dotati di MasterCard e per nulla preoccupati di spendere molto denaro in pura esteriorità. Irrompe nella crisi matrimoniale Luna (Ilenia Pastorelli: la ricordate in Lo chiamavano Jeeg Robot?
Una nuova stella uscita dal Grande Fratello) che si offre come nuova commessa al posto di quella fuggita con la moglie di Guglielmo.
La prima scena in cui si presenta (guardatela qui) è una delle migliori del film e si capisce subito quanto l’attrice sia brava a fare se stessa, a interpretare una romanità no limits che nella filmografia di Verdone ha precedenti di grande qualità e successo (indimenticabile Claudia Gerini in Viaggi di Nozze). Da lì in poi è un climax ascendente che vede il protagonista sempre più coinvolto in situazioni estreme, per di più “causate” dal seguire i consigli di Luna.
Come sempre Verdone omaggia la sua città, che nonostante tutto si fa amare come una persona: una scena del film (difficile da comprenderne la ragione nel contesto della storia) è ambientata nello splendido palazzo Altemps, in piazza Sant’Apollinare, assolutamente consigliabile da visitare.
Nella colonna sonora ci sono tre pezzi importanti: La stagione dell’amore di Battiato, Splendido splendente della Rettore e E la chiamano estate di Martino. Il primo, uno dei miei brani preferiti, segue il tema del film: per innamorarsi non ci sono regole di età ed anzi la maturità spesso porta a scelte migliori e più giuste.
La seconda accompagna Luna in un ballo in bikini sicuramente ad uso “guardoni” cinematografici. La terza è la sigla finale, tradizionalmente romantica come l’epilogo del racconto. Dai non perdetelo, sennò quando vi parleranno della scena di Verdone che conversa con il cardinale con il telefono infilato in una certa, indicibile, posizione, vi pentirete di non averla vista!
twitter@ImpaginatoTw