Lo ha detto il Tar del Lazio, non un soggetto qualsiasi, che il Ministero dei Trasporti sul caso dell'A24 è stato inerte. Tanto che la Magistratura Amministrativa con propria sentenza ha ripristinato le condizioni previste nei contratti di concessione.
Che significa? Che la politica degli aumenti tariffari della Concessionaria che ha privatizzato la A24 e la A25 non è il risultato di una decisione autonoma e unilaterale di Strada dei Parchi, destinataria oggi di mobilitazioni e proteste (anche strumentali, vista la vicinanza delle urne). Bensì è regolata dal contratto di concessione, messo a gara dal Concedente e sottoscritto con Strada dei Parchi aggiudicataria della gara che ha portato alla privatizzazione.
Un passaggio propedeutico alla comprensione dei termini della questione. Il Tar non ha avuto un colpo di sole, ma ha preso una decisione conseguente ad una condotta. Infatti a partire dal 2014, e per biennio successivo, il Ministero ha imposto tariffe calmierate rispetto agli aumenti previsti dalla Concessione.
In questo modo ha oggettivamente ignorato la clausola contrattuale del ristoro degli investimenti realizzati dalla Concessionaria sulla tratta autostradale, ma senza mettere in pratica forme compensative alternative.
Tra l'altro, visti i termini della questione, alcuni amministratori locali hanno deciso di indicare una bussola per non perdere la rotta e non farsi ingannare dalla propaganda che sta montando in rete nelle ultime ore. I sindaci di Avezzano, Gabriele De Angelis, L'Aquila, Pierluigi Biondi, e Sulmona, Annamaria Casini, e il presidente della Provincia di L'Aquila, Angelo Caruso, pur ritenendo legittime e comprensibili le rimostranze da più parti sollevate, “ritengono necessario quanto urgente aprire un confronto diretto con il concessionario per valutare complessivamente tali problematiche e individuare insieme le relative soluzioni, concrete e realizzabili, al fine di lenire il disagio delle categorie maggiormente esposte e avviando al contempo una riflessione più articolata che possa determinare, nel medio termine, un miglioramento complessivo delle condizioni di collegamento tra le aree interne della provincia e la Capitale".
Anche perché, èd è uno dei punti salienti, Strada dei Parchi aveva presentato 12 proposte alternative mentre il progetto A24/A25 è scaduto da quattro anni. Insomma, un gioco di ombre, condotto troppo spesso da chi nutre interessi legati al populismo ed alla mobilitazione (elettorale) delle masse.
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