“Sono passati più di tre anni dal famoso referendum ed in tutto questo tempo nulla è stato fatto. Oggi, con le elezioni politiche alle porte, assistiamo ad un repentino ritorno di fiamma della Nuova Pescara. Non è che questo improvviso amore è dettato da ragioni di campagna elettorale?”.
Pasquale Cordoma, ex primo cittadino di Montesilvano, risponde così alla convocazione del presidente della Regione Luciano D'Alfonso, che per oggi ha chiamato a raccolta i sindaci emeriti dei comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore per affrontare il nodo della Nuova Pescara.
“Non parteciperò per ragioni politiche che ritengo rispettose delle aspettative dei miei concittadini” spiega Cordoma, responsabile territoriale per l'area metropolitana di Noi con Salvini, ribadendo il suo «no» al progetto.
“Ricordo, infatti, che le norme che regolano il processo di fusione dei comuni prevedono che la Regione debba acquisire i pareri dei consigli comunali, e che detti pareri sono obbligatori ma non vincolanti. Spetta comunque al legislatore regionale verificare se la volontà popolare emersa dal referendum sia immediatamente realizzabile e in che misura. E come il presidente D'Alfonso intende spiegare ai cittadini di Montesilvano e Spoltore che dovranno farsi carico dell'importante e certificata situazione debitoria del Comune di Pescara, situazione che anche lui, quando era sindaco, ha contribuito a creare? Nessuno qui vuole che Montesilvano diventi la periferia nord di Pescara, il suo quartiere dormitorio o, peggio, il suo Bronx. Nessuno qui vuole che Montesilvano perda la propria identità, le proprie tradizioni e la propria storia”.