"E' sconcertante come certi aquilani abbiano scordato così velocemente, e perseguano con forza e determinazione l'oblio e la volontà di dimenticare la tragedia. Di archiviarla e, talvolta, anche di denigrarla, di sbarazzarsene, a favore... di quattro posti auto".
Così Maria Grazia Piccinini, avvocato, presidente dell'associazione 'Ilaria Rambaldi Onlus', nata in memoria di Ilaria Rambaldi, studentessa di Lanciano morta nel terremoto dell'aprile del 2009 a L'Aquila, nel crollo del palazzo di via Campo di Fossa, risponde alla raccolta di firme avviata, a L'Aquila, da un comitato, contro la realizzazione, in Piazzale Paoli, di un Parco della Memoria, dedicato alle 309 vittime del sisma del 2009.
"La nostra associazione – spiega Maria Grazia Piccinini – fin dal 2010 ha individuato nel piazzale Paoli un luogo per commemorare le vittime tutte del terremoto del 6 aprile 2009. Lo ha fatto sulla base dell'acquisizione di documentazione ed indagini geologiche che stavano a segnalare quel sito, compreso il sito su cui insisteva il palazzo di via Campo di Fossa, un sito altamente pericoloso per l'edificabilità. Abbiamo così voluto porre dunque l'accento su quanto di sbagliato è stato fatto fino al 2009 nella città de L'Aquila consentendo l'edificazione su siti non idonei e, inoltre, abbiamo voluto onorare tutte le vittime, proprio nel luogo in cui il crollo di un edificio, ha causato maggiori vittime, tra tutti i crolli avvenuti a L'Aquila. Il nostro intento – ribadisce – è di ricordare, per sempre quanto accaduto, anche impedendo la riutilizzazione urbanistica del sito dove insisteva il palazzo di via Campo di Fossa, crollato rovinosamente disintegrandosi e finendo vite.....".
"Oggi, - evidenzia - dopo tutto questo travagliato percorso, veniamo a sapere che si è formato un comitato che chiede l'abbandono di questo progetto e quindi della realizzazione di un Parco della Memoria, perché i residenti hanno bisogno di parcheggi, dimostrando scarsa o nulla sensibilità, dimostrando che il ricordo delle vittime è questione personale delle famiglie che le piangono ancora, ogni attimo, e che una parte della città de L'Aquila, come si legge in numerosi post sui social, vuole dimenticare. Una sorta di rimozione totale , una damnatio memoriae del terremoto e delle sue vittime. E' stridente e doloroso il contrasto che si nota rispetto a quanto accadde nel 1793, dove invece a ricordo dei morti di quel terremoto, venne edificata addirittura una chiesa in centro, in Piazza Duomo... Oggi anche un piccolo piazzale, perché non parliamo di una piazza gigantesca, sembra essere troppo. Inoltre le cosa che più allarma e scandalizza è che taluni aquilani vogliono gestire con i soldi di tutti i cittadini italiani, la città, come se fosse esclusivamente loro, e come se coloro che hanno avuto morti in quella città, siano cittadini di serie b. Noi lotteremo invece per i nostri valori, che comprendono il ricordo e la memoria Da quello che vedo e leggo inoltre, sui post in giro su Facebook, per alcuni aquilani, forse l'ideale sarebbe un'aiuola della Memoria, un angolino piccolo, il più piccolo possibile, appartato, meno visibile possibile, per non turbare le sensibilità di quelli che non ne possono più di ricordare....".
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