Ecco quanto costerà all'Abruzzo la partita sul gas secondo Legambiente


Centrale Snam di Sulmona, estrazione gas lago di Bomba, metanodottto Larino-Chieti: "eccesiva, inutile e dannosa infrastrutturazione"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
03/01/2018 alle ore 11:34

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Una eccesiva, inutile e dannosa infrastrutturazione del gas. Lo sostiene Legambiente in merito alla partita del gas in Abruzzo, che si gioca sulla centrale Snam di Sulmona, sull'estrazione gas lago di Bomba e sul metanodottto Larino-Chieti.

Occorre un nuovo modello energetico, osserva in una nota, quello delle rinnovabili, che supera la gestione centralizzata dei grandi monopoli transnazionali e che opta per una modalità decentrata che favorirebbe la dispersione aziendale e territoriale della generazione dell'energia, riportando al centro del dibattito il rispetto ed il ruolo dei territori. Non più rincari sulle bollette a causa dello "sconto" alle industrie energivore delle fossili.

“Partiamo dall’attuale dotazione, già fortemente in eccesso. Nel 2014 i gasdotti e gli impianti di rigassificazione europei sono stati utilizzati rispettivamente solo per il 58% e per il 32% della loro capacità. In effetti, le stime sulla domanda sono state nel tempo fortemente sovradimensionate. I consumi di gas al 2015, previsti dalla Ue nel 2003, erano del 50% più elevati di quelli che si sono realmente registrati. E guardando avanti la sproporzione tra domanda e capacità di importazione salirà”.

Secondo lo scenario della Ue nel 2030 le importazioni saranno di 328 miliardi di m3/anno a fronte di una capacità d’ingresso che già ora è di 600 miliardi m3/a. E, se verranno realizzate tutte le infrastrutture programmate, la capacità delle importazioni di metano in Europa arriverebbe a 1.000 miliardi m3/a, cioè un livello tre volte maggiore della domanda prevista.

Peraltro, i consumi non potranno che diminuire in relazione alle politiche climatiche: ogni punto % di aumento dell’efficienza garantisce una riduzione del 2,6% delle importazioni di metano e il Parlamento Europeo ha proposto di alzare ulteriormente l’attuale obiettivo 2030 della Commissione sull’efficienza dal 30% al 40%. E nei decenni successivi le politiche di efficienza saranno più aggressive.

E osserva: “L’approvazione da parte del Govero centrale del progetto di realizzazione della centrale a compressione della Snam a Sulmona, come annunciato nei giorni scorsi, è l'ennesima contraddizione di questo scenario più ampio e debolezza di un'azione governativa che da un lato si è impegnata a perseguire radicali scenari di decarbonizzazione e dall'altro resta ancora sciacchiata dalla pressione dei privilegi minacciati del mondo delle fossili (basti vedere sussidi e royalties). Ed è opportuno precisare che uno dei motivi veri degli ultimi aumenti in bolletta è lo "sconto" alle industrie energivore delle fossili che verrà pagato dagli altri consumatori, comprese le famiglie. La situazione di Sulmona non troverà soluzione semplicemente con il congelare una scelta o da future mediazioni volte a delocalizzare l'opera. Può essere risolta solo attraverso la rivisitazione di un progetto vecchio di anni alla luce di un nuovo modello energetico, quello delle rinnovabili, che supera la gestione centralizzata dei grandi monopoli transnazionali e che opta per una modalità decentrata e a favore della dispersione aziendale e territoriale della generazione dell'energia, riportando al centro del dibattito il rispetto ed il ruolo dei territori”.

E' ormai noto che le utility europee, incluse quelle italiane, hanno dovuto chiudere anticipatamente decine di centrali termoelettriche. Un caso clamoroso di investimenti gettati al vento. La turbogas di Gissi, oltre 800MW di potenza, che lavora al minimo è la sconcertante testimonianza a noi più vicina.

“Questa centrale - dichiara Luzio Nelli, Legambiente Val Di Sangro - è la testimonianza di una cattiva programmazione ed eccessiva attenzione verso il gas che con il decreto Marzano ha inondato il paese di centrali a ciclo combinato, quasi tutte ferme. Su quella impostazione miope si continua ad investire, come nell'altro folle esempio che è l’impianto di estrazione di gas nel lago di Bomba, con annessa raffineria da collocare nel comune di Paglieta. La Val di Sangro torna ad essere teatro di lotta e di mobilitazione dei suoi cittadini contro le raffinerie, dalla storica mobilitazione contro la Sangro chimica degli anni 70 all’attuale situazione, con l’aggravante che questo progetto è stato già bocciato per la sua pericolosità con sentenza definitiva del consiglio di stato. Il tutto in un area industriale che dovrebbe guardare alle sfide del futuro, attraverso processi di decarbonizzazione dell’economia, dall'efficienza energetica, alle rinnovabili e alla generazione distribuita, in sintesi l'autosufficienza energetica dei distretti industriali. Invece, con grande contradizione si ripropone un vecchio modello industriale ed energetico, impattante e obsoleto che questo territorio ha già respinto. Un quadro a dir poco schizzofrenico che vede avanzare il peggio del vecchio e chiudere il nuovo di qualità, come la Honeywell. Bisogna assolutamente uscire fuori dal nanismo di questa visione politica.”

“Ecco perchè le nuove politiche - dichiara Giueseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo - sono un momento strategico per chiedere ai futuri parlamentari abruzzesi di mettere al centro della propria campagna elettorale questa sfida e l'impegno per una Strategia Energetica non più schiacciata dalle fossili ma che punta sulle rinnovabili e a ridurre la troppa attenzione verso il gas nella fase di transizione che potrebbe essere la causa di rallentamento della decarbonizzazione della nostra economia. Bisogna che l'Abruzzo sappia cogliere nella sfida energetica delle rinnovabili, riqualificazione urbana, mobilità sostenibile, agricoltura di qualità e stop al consumo di suolo, la nuova linfa necessaria a costruire una regione che abbia capacità di futuro. Serve tuto questo gas?”

Su questi temi ci sarà un dibattito pubblico giovedì 4 di gennaio, alle ore 17.00, a Bomba con la presenza del Presidente della regione, della provincia di Chieti, Sindaci e Associazioni, organizzato dal Comitato Gestione Partecipata Territorio, Legambiente e Wwf.

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